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Il caro energia inizia a mostrare i suoi primi segnali anche in provincia di Napoli. Dopo i tanti casi segnalati in giro per l’Italia, di imprenditori costretti a chiudere i battenti a causa dei vertiginosi rincari di bollette e materie prime, anche nel capoluogo campano gli aumenti iniziano a mettere all’angolo piccole e medie imprese.

“Il caro bollette ha già fatto le prime vittime nella nostra regione: due strutture ricettive e tre ristoranti nell’area sud della provincia di Napoli chiuderanno a fine mese perché impossibilitati a pagare bollette che sono arrivate a rincari del 600 per cento”. A dirlo è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.

“Ho avuto comunicazione dagli imprenditori che ottobre sarà l’ultimo mese di lavoro – aggiunge – perché già a settembre hanno bruciato sostanzialmente tutto l’utile dell’estate appena trascorsa. Per pagare le successive bollette, dicono, dovrebbero indebitarsi. Il gioco, arrivati a questo punto, non vale la candela”. La cosa preoccupante è che nelle stesse condizioni si trovano tanti piccoli e medi imprenditori alle prese con il pagamento di utenze che non sono più sostenibili. È necessario – conclude – che il Governo di prossima nomina attui subito una modifica all’impianto normativo delle politiche energetiche e sganci il costo del gas da quello dell’energia elettrica e che, soprattutto, impedisca manovre speculative ai danni dei cittadini da parte delle multinazionali del settore”.