Il prossimo 25 settembre sarà una data cruciale per il settore automobilistico europeo. I Paesi dell’Unione Europea sono chiamati al voto finale sull’introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina. La votazione, che avverrà a maggioranza qualificata, richiede il consenso di 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione dell’UE. Se il voto sarà favorevole, i dazi verranno applicati per cinque anni, andando a colpire importanti case automobilistiche cinesi come Byd, Geely e Saic, che già da luglio sono soggette a tariffe provvisorie fino al 36,3%.
L’imposizione di questi dazi è stata una risposta ai maxi-sussidi “sleali” che la Cina ha destinato al suo comparto automobilistico, causando una distorsione della concorrenza. A luglio, un voto non vincolante aveva visto il sostegno di 12 Paesi – tra cui Italia, Spagna e Francia – mentre 11 Paesi, inclusa la Germania, si erano astenuti. Solo 4 Paesi, ovvero Ungheria, Slovacchia, Malta e Cipro, si erano espressi contro. Tuttavia, il voto finale potrebbe riservare sorprese, dato che sia Berlino che Madrid hanno già cambiato posizione.
La Germania, da sempre critica verso l’introduzione di dazi definitivi, ha più volte ribadito la sua posizione contraria. Anche Madrid, soprattutto dopo il viaggio del presidente Pedro Sanchez in Cina, ha espresso perplessità. Durante la visita, Sanchez ha dichiarato che l’imposizione di tariffe potrebbe portare a una guerra commerciale con Pechino, “tutt’altro che auspicabile in questo momento”. L’appello del premier spagnolo ha rafforzato la corrente dei Paesi che si oppongono ai dazi definitivi, complicando ulteriormente lo scenario.
Nel corso del mese di luglio, la Commissione UE ha già applicato tariffe aggiuntive nei confronti dei principali esportatori cinesi di auto elettriche. Tuttavia, il voto decisivo di settembre sarà il punto di svolta per definire se queste misure diventeranno permanenti. Il portavoce della Commissione europea per il commercio, Olof Gill, ha dichiarato che “la Commissione rimane aperta a trovare una soluzione negoziata con le autorità cinesi” ma ha anche sottolineato che “qualsiasi soluzione deve essere pienamente compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio e deve correggere gli effetti pregiudizievoli delle sovvenzioni”.
Le tensioni tra l’UE e la Cina sono quindi alle stelle. Il 24 agosto 2024 è scaduta la deadline per la presentazione di un’offerta di impegno sui prezzi da parte della Cina, una misura che avrebbe permesso agli esportatori di aumentare i prezzi di esportazione evitando così il dazio antidumping.
In questo contesto, l’Italia si è allineata alla posizione europea, come confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine dell’incontro con il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao: “Al ministro ho ribadito la volontà italiana di collaborare con questo grande Paese che è interlocutore ma anche competitore sui mercati internazionali. Ho ribadito la posizione dell’Italia per quanto riguarda i dazi sulle auto, noi sosteniamo la posizione dell’UE”. Tajani ha inoltre sottolineato che “siamo pronti a collaborare sulle piccole e medie imprese con iniziative molto positive che abbiamo concordato e che ribadiremo anche in occasione della visita del presidente Mattarella che accompagnerò a Pechino”.
Il voto del 25 settembre sarà quindi determinante per il futuro delle relazioni commerciali tra l’UE e la Cina, oltre che per l’intero comparto dell’auto elettrica in Europa.
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