Quella auspicata come la giornata della nascita del Draghi Bis si è invece trasformata in poche ore nella disfatta del premier. Porzioni sempre più ampie del Senato, da questa mattina, hanno via via profilato l’epilogo di questa sera. Il Governo Draghi non ha più la sua vecchia maggioranza: Lega, M5s e Forza Italia non votano la fiducia.
Il primo sentore di un epilogo diverso da quello profilato si è avuto già al termine del discorso tenuto in aula dal Presidente del Consiglio in mattinata. Agli applausi scroscianti dell’emiciclo sono mancati quelli di Lega e Movimento Cinque Stelle. Da quel momento in poi, l’intera scena è cambiata. Le interlocuzioni tra gli esponenti del centrodestra sono diventate sempre più fitte, fino all’annuncio del “non voto” della Lega.
Si avvicinano – così – lo scioglimento del Parlamento e il voto. È l’epilogo di una giornata drammatica vissuta tra Palazzo Madama, Palazzo Chigi e il Quirinale e della crisi aperta dal M5s. “In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.
Il giallo del numero legale
“Se non partecipano al voto mancherà il numero legale? E manca il numero legale”. E’ quanto ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati rivolgendosi al segretario generale di palazzo Madama – a microfono aperto e udibile – subito dopo l’annuncio del M5s che non parteciperà al voto sulla fiducia al governo.