Mario Draghi

In un discorso pronunciato al XVIII Cotec Europe a Coimbra, Mario Draghi ha tracciato un quadro senza illusioni sulle relazioni transatlantiche e sulle sfide economiche dell’Unione Europea. “Gli Stati Uniti hanno minato l’ordine multilaterale in modo difficilmente reversibile”, ha affermato l’ex presidente della Bce, riferendosi alle recenti politiche protezionistiche di Washington e alla marginalizzazione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

La dipendenza dagli Usa e l’urgenza di un accordo
Draghi ha sottolineato che l’Ue non può permettersi di perdere l’accesso al mercato statunitense, destinatario del 20% delle esportazioni europee“Dovremo raggiungere un accordo con gli Usa che ci lasci aperto questo accesso”, ha dichiarato, pur avvertendo che “è un azzardo credere che torneremo alla normalità” dopo le recenti tensioni commerciali. L’ex premier ha ricordato che 30 milioni di posti di lavoro europei dipendono dalle esportazioni, rendendo l’economia Ue particolarmente vulnerabile alle decisioni unilaterali di Washington.

Il nuovo modello: produrre crescita interna
La soluzione, secondo Draghi, non sta nella semplice diversificazione dei mercati, ma in un cambiamento strutturale del modello economico europeo“Se l’Europa vuole essere meno dipendente dagli Usa, dovrà produrre crescita da sé”, ha affermato, criticando le politiche degli ultimi 15 anni: politica fiscale restrittiva, repressione salariale e abbandono del mercato interno. Dal 2008, la domanda interna nell’area euro è cresciuta a metà del ritmo statunitense, mentre i salari reali hanno accumulato un gap del 9% rispetto agli Usa.

Le tre priorità per l’Ue

Rilanciare il mercato unico dei servizi, dove paradossalmente le barriere interne sono più alte di quelle esterne

Emettere debito comune per finanziare spese condivise, creando finalmente un “safe asset” europeo che unifichi i mercati dei capitali

Abbandonare la logica della competitività basata su salari bassi, puntando invece su produttività e innovazione

Una sfida politica oltre che economica
Draghi ha concluso con un appello all’azione: “Questa tabella di marcia aumenterebbe la nostra crescita e dimostrerebbe che siamo in grado di produrre ricchezza per i nostri cittadini”. Un messaggio chiaro ai leader europei: l’era della dipendenza dalla domanda esterna è finita, serve un nuovo patto per la crescita interna.


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