Lavoro - elezioni 2022

Nei programmi elettorali per le elezioni politiche del 25 Settembre 2022 il tema del lavoro trova spazio e articolazione, più o meno ampia, in tutte le proposte. Ma l’organizzazione dei programmi evidenzia diversi gradi di centralità del tema del lavoro che distinguono le proposte in campo prima ancora della analisi dei contenuti.

Il centro-destra

Il programma congiunto del centrodestra non entra molto nel dettaglio sulla tematica del lavoro, relegandolo all’ottavo capitolo del testo. Le proposte inserite puntano perlopiù a ridurre i costi del lavoro, sia per i lavoratori che per le aziende. Si parla di tagli del cuneo fiscale, della defiscalizzazione del welfare aziendale anche attraverso la detassazione dei premi di produzione, di maggiori tutele per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti e dell’estensione della possibilità di utilizzo dei voucher lavoro. Non ci sono però riferimenti a come tali tagli saranno coperti, e la natura di queste maggiori tutele nè la modalità di utilizzo dei voucher non vengono precisate. La Lega punta l’attenzione sul “contrasto al lavoro irregolare” e un rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione per il lavoro femminile, gli under 35, i disabili e le assunzioni delle zone svantaggiate. Sono infine menzionate le “politiche di sostegno alle azienda ad alta intensità occupazionale”, che la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, nel corso della sua campagna social, ha riassunto con lo slogan “più assumi meno paghi”.

Partito democratico

Il programma del PD introduce un salario minimo obbligatorio per le professioni che oggi non prevedono accordi collettivi e prevede i controlli nei confronti di chi paga il lavoro senza contratto e senza tutele previdenziali. Tra i punti nevralgici: la parità salariale tra uomini e donne, il taglio alle tasse sul lavoro per dare un mese di stipendio in più ai lavoratori, zero contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni, promozione dello smart working.

Italia Viva e Azione

Il programma congiunto dei partiti guidati rispettivamente da Matteo Renzi e Carlo Calenda – il cosiddetto “terzo polo” – punta a rendere il mercato del lavoro più efficiente ed equo, aumentandone la produttività e l’inclusività per i giovani. A tale proposito, il programma propone l’introduzione di un salario minimo attraverso “una serie di azioni condivise con le parti sociali” tra cui una legge che combatta i contratti pirata, la detassazione dei premi di produttività, supporti alle imprese che investono nella riqualificazione della propria forza lavoro (rimborsando, per esempio, corsi specialistici per i dipendenti) e la semplificazione della burocrazia legata al lavoro.

Movimento 5 Stelle

Anche il Movimento 5 Stelle punta a innalzare le condizioni dei lavoratori più disagiati e ridurre i divari tra le diverse categorie di lavoratori. Tra le proposte inserite nel programma del movimento guidato da Giuseppe Conte ci sono l’istituzione di un salario minimo legale di nove euro lordi l’ora, un non meglio precisato rafforzamento delle misure di contrasto al precariato e l’abolizione di stage e tirocini gratuiti. Grande enfasi è data al rafforzamento del reddito di cittadinanza – da sempre uno dei cavalli di battaglia del Movimento – e alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario nei settori a più alta intensità tecnologica, per cui sarebbero previsti esoneri, crediti di imposta e incentivi alle aziende che lo introducono. Il programma menziona infine un nuovo statuto dei lavori, dei lavoratrici e dei lavoratori “per garantire a dipendenti e autonomi gli stessi diritti e le stesse tutele”.