I ‘fratelli d’Italia’ monopolizzano le Ville Vesuviane. Nessuna appropriazione indebita – chiariamolo! – ma una pioggia di nomine ai vertici della fondazione che si occupa del censimento e della valorizzazione delle 122 ville del ‘700 che sorgono nel cosiddetto Miglio d’Oro tra Napoli e provincia.
Il decreto firmato dal ministro Sangiuliano il 13 gennaio scorso ha creato non pochi malumori e polemiche: a balzare subito agli occhi degli osservatori, infatti, è stata l’appartenenza politico-partitica alla compagine di Governo. I cinque nuovi ‘responsabili’ della fondazione hanno avuto o hanno tuttora rapporti con il partito di Giorgia Meloni. A leggere i loro curriculum, inoltre, sembrano davvero poche le attinenze con il ruolo che andranno a svolgere. Ma questo, la storia ce lo insegna, non è il primo caso e non sarà l’ultimo nel nostro Paese. Nulla di sconvolgente, insomma.
Nel consiglio di gestione figura Alfonso Gifuni, imprenditore e titolare di un’azienda di autodemolizioni. Gifuni è uno degli storici tesserati del partito di Giorgia Meloni a Napoli. Spazio anche a Carmine Ippolito, avvocato vicino agli ambienti di destra, così come Valeria Della Rocca, candidata alle ultime elezioni comunali a Napoli con Forza Italia.
Gennaro Miranda, ercolanese ed esponente di Fratelli d’Italia, è il quarto componente del consiglio di gestione, completato da Elena Scarlato, candidata – non eletta – in provincia di Napoli nelle fila di FdI alle ultime elezioni politiche.
Tessere di partito e incarichi: Giorgia Meloni alla prova dei fatti
Le nomine dell’Ente, portate alla luce dal quotidiano Repubblica, riportano alla mente le dichiarazioni dell’allora candidata premier Meloni in un comizio svoltosi a Catania. In piena campagna elettorale – era il 29 agosto – la leader di Fratelli d’Italia criticò aspramente la logica della tessera di partito per ‘poter lavorare’.
“La sinistra – affermò Meloni – ha paura di uno Stato in cui ti misuri indipendentemente dalle tessere che hai, sei hai quella del Pd o sei amico, o sei un lecchino, ma perché sei bravo. Io sogno una Nazione nella quale tu per essere un buon docente non devi avere la tessera della Cgil, per fare bene il magistrato non devi essere per forza iscritto all’Anm. Sogno una nazione in cui le persone che hanno dovuto abbassare la testa per tanti anni facendo finta che la pensavano in maniera diversa se no sarebbero stati tutti cacciati, possano dire come la pensano e non perdere il posto di lavoro”.