Secondo le stime preliminari, l’inflazione a dicembre 2024 si conferma stabile su base annua al +1,3%, mantenendo lo stesso ritmo di crescita registrato a novembre. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo segna un lieve aumento dello 0,1%, riflettendo dinamiche differenziate tra i vari settori della spesa.
In media, nell’intero 2024 i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,0%, in netto calo rispetto al +5,7% del 2023. Questo rallentamento marcato è principalmente attribuibile alla forte contrazione dei prezzi dei Beni energetici, che nel 2024 hanno registrato una flessione complessiva del -10,1%, dopo un aumento del +1,2% nell’anno precedente. Il settore alimentare, pur continuando a crescere, ha visto una significativa decelerazione, passando dal +9,8% del 2023 al +2,3% del 2024.
L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari freschi, si attesta al +2,0% nel 2024, in calo rispetto al +5,1% dell’anno precedente. Questo indicatore, considerato un parametro cruciale per valutare le dinamiche strutturali dei prezzi, riflette un indebolimento delle spinte inflazionistiche nel settore dei beni durevoli e dei servizi.
A dicembre, si osservano andamenti contrapposti tra i vari aggregati di spesa. Gli alimentari non lavorati rallentano dal +3,8% al +2,5%, così come i beni durevoli, che accentuano il loro calo passando da -1,3% a -1,9%. Tuttavia, i prezzi degli energetici regolamentati accelerano bruscamente, passando da +7,4% a +11,9%, mentre la flessione degli energetici non regolamentati si attenua, riducendosi da -6,6% a -4,2%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che tiene conto delle differenze metodologiche tra Paesi europei, registra una crescita annuale dell’1,1% nel 2024, in calo rispetto al +5,9% del 2023. A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è stimato al +0,3%, segnale di una prosecuzione delle dinamiche moderate anche nel nuovo anno.
L’attenuazione dell’inflazione rappresenta un elemento positivo per il potere d’acquisto delle famiglie, ma pone interrogativi sulla necessità di sostenere settori in rallentamento come i beni durevoli e alcune categorie di servizi. Il quadro complessivo testimonia come la stabilità dei prezzi sia fortemente influenzata dall’andamento del mercato energetico, il cui impatto resta cruciale per il contenimento delle spinte inflazionistiche.
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