Inchiesta Juventus, nella foto Paratici, Nedved e Agnelli

Non si placa la ‘bufera’ sui conti della Juventus. La “manovra stipendi” della “Vecchia signora” entra nel mirino della procura di Torino. La guardia di finanza, su indicazione dei pubblici ministeri, ha eseguito una serie di perquisizioni nel capoluogo piemontese, a Milano e a Roma.

Si indaga sulle plusvalenze

Si tratta di uno sviluppo dell’indagine sulle plusvalenze – 282 milioni di euro in tre anni – che lo scorso inverno aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici del club bianconero. Prelevate carte relative ai bilanci per le stagioni 2019-20 e 2020-21.

Questa volta il faro è stato acceso sull’espediente contabile che, secondo quanto era trapelato sulla stampa all’epoca dei fatti, era stato preso per scongiurare gli effetti della crisi economica che si era abbattuta sul mondo del calcio a causa della pandemia: il differimento all’esercizio successivo delle retribuzioni ai giocatori relative a quattro mensilità. I magistrati vogliono capire se la procedura seguita è stata corretta dal punto di vista contabile.

L’impianto dell’inchiesta

La loro idea è che riduzioni e integrazioni siano state concordate contestualmente. Poi, però, le due voci risulterebbero sistemate in due bilanci diversi: nel primo furono inserite le riduzioni, con il conseguente abbattimento dei costi relativi al monte stipendi, e in quello successivo le integrazioni.

Il nuovo filone riguarda l’accordo per la riduzione degli stipendi che la Juventus raggiunse nel marzo 2020, con il campionato fermo per la pandemia: l’intesa prevedeva il taglio di 4 mensilità (da marzo a giugno) con un effetto positivo di 90 milioni sul bilancio 2019-2O. Secondo la ricostruzione dei pm di quei 90 milioni oltre 60 sono stati restituiti in seguito ai calciatori attraverso accordi privati. Dal lavoro di comparazione tra i documenti sequestrati in sede alla Juventus e i contratti depositati in Lega è emersa “l’esistenza di plurime scritture private – si legge nel decreto di perquisizione – variamente denominate inserite nell’ambito delle due manovre stipendi per gli esercizi 2019/2020 2020/21 e non depositate presso gli organi competenti”.

Documenti spariti e distrutti

Dalle carte delle indagini, risulta che i pubblici ministeri che indagano sulla Juventus si sarebbero imbattuti nella “prassi” di custodire alcuni documenti riservati fuori dalla sede per poi procedere alla loro “distruzione” una volta esaurito il loro scopo di “garanzia”. Di qui le perquisizioni che hanno interessato gli studi e gli uffici di avvocati e agenti che hanno curato gli interessi dei giocatori. Per la questione plusvalenze sono indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e alte cinque persone, tra dirigenti ed ex dirigenti.

La posizione della Juventus

La Juventus è chiamata in causa in qualità di persona giuridica e, sul fronte della giustizia penale, in caso di condanna rischia una forte sanzione pecuniaria. Di plusvalenze si sta occupando, in seguito alla segnalazione della Covisoc, anche la Procura Federale della Figc, che lo scorso 21 febbraio ha notificato al club bianconero la conclusione delle indagini. I magistrati si sono interessati anche a una presunta scrittura privata fra la Juventus e Cristiano Ronaldo di cui avevano trovato traccia in una intercettazione ma che, allo stato delle indagini, non sarebbe ancora emersa.