La Cina ha annunciato l’inasprimento dei controdazi sulle importazioni statunitensi, portando le tariffe dall’84% al 125%, con effetto a partire dal 12 aprile. Lo ha reso noto il ministero delle Finanze cinese, sottolineando come le nuove misure siano una risposta diretta all’escalation commerciale voluta dagli Stati Uniti, che il 2 aprile scorso hanno imposto dazi su prodotti cinesi fino al 145%.
Pechino ha definito i nuovi dazi americani come “numeri senza giustificazione economica”, e ha ribadito la propria determinazione nel “tutelare con forza i suoi diritti”, ignorando quelli che ha definito “giochi” da parte di Washington.
In una delle sue prime dichiarazioni pubbliche dopo l’escalation, il presidente Xi Jinping ha lanciato un messaggio chiaro:
“Non ci sono vincitori nelle guerre commerciali e andare contro il mondo porterà solo all’autoisolamento”, ha affermato, parlando accanto al premier spagnolo Pedro Sanchez in visita a Pechino.
Xi ha rivendicato l’indipendenza economica del Paese:
“Per oltre 70 anni, lo sviluppo cinese si è basato sull’autosufficienza e sul duro lavoro, mai sull’elemosina. Non abbiamo paura di alcuna ingiusta repressione”, ha detto il presidente.
Infine, ha sottolineato la volontà della Cina di restare concentrata e resiliente, indipendentemente dai mutamenti dello scenario internazionale:
“La Cina rimarrà fiduciosa e si concentrerà sulla gestione dei propri affari”.
Nel suo messaggio alla comunità internazionale, Xi ha lanciato un appello alla cooperazione con l’Unione Europea:
“Pechino e l’Ue dovrebbero assumersi le proprie responsabilità internazionali, salvaguardare insieme la globalizzazione economica e resistere alla coercizione unilaterale”.
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