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Le imprese italiane programmano oltre 427mila nuove assunzioni per il mese di novembre 2024 e circa 1,3 milioni per il trimestre che va da novembre a gennaio 2025. Nonostante questa previsione positiva, si osserva un calo del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, corrispondente a 34mila assunzioni in meno. La domanda di lavoro è trainata dal settore dei servizi, che registra una crescita su base annua, mentre l’industria manifesta incertezze crescenti. Questi dati emergono dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Aumentano le difficoltà di reperimento: quasi il 48% delle posizioni
Secondo il Bollettino Excelsior, le imprese dichiarano di incontrare difficoltà nel reperire personale per 47,9% delle assunzioni programmate, pari a circa 205mila posizioni. Questo problema è particolarmente accentuato nelle aree aziendali di Installazione e riparazione, dove il 66,8% delle figure è considerato di difficile reperimento, seguite da Progettazione e Ricerca & Sviluppo (57,7%), Produzione di beni e servizi (52,5%) e Direzione Generale e Risorse Umane (51,2%).

Servizi in crescita, industria in calo
Il settore dei servizi guida la domanda di lavoro con 307mila assunzioni previste per novembre e 908mila nel trimestre. I comparti turistico e commerciale risultano particolarmente dinamici, con 82mila assunzioni programmate nel turismo e 72mila nel commercio. “Il settore dei servizi è uno dei pochi che mantiene aspettative positive, con un +2,5% a novembre e +0,6% nel trimestre,” afferma Unioncamere.

Al contrario, la domanda di lavoro nell’industria evidenzia una contrazione, con 121mila assunzioni previste a novembre (-8% rispetto a novembre 2023) e 360mila nel trimestre (-9,9%). Le imprese manifatturiere programmano 78mila assunzioni nel mese (-9,9%) e 239mila nel trimestre (-12,5%), mentre il comparto delle costruzioni cerca 43mila lavoratori a novembre (-4,3%) e 122mila nel trimestre.

Tempo determinato in crescita, contratti a lungo termine meno richiesti
Il contratto a tempo determinato rappresenta la forma contrattuale prevalente per novembre, con 237mila unità, corrispondenti al 55,5% delle assunzioni totali. Seguono i contratti a tempo indeterminato, che riguardano 82mila posizioni e rappresentano il 19,2% del totale.


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