COP29 CRISI CLIMATICA

La ventinovesima Conferenza delle Parti (COP29) dell’ONU sul cambiamento climatico ha aperto i lavori oggi a Baku, in Azerbaigian, con un forte richiamo alla collaborazione internazionale. Questo summit arriva in un momento cruciale per la lotta alla crisi climatica, e con l’obiettivo di rafforzare l’Accordo di Parigi, soprattutto in un contesto di crescenti difficoltà per il finanziamento climatico.

Guterres: “La catastrofe climatica scuote le fondamenta della pace”
In un discorso incisivo, Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato che “la catastrofe climatica sta martellando la salute, ampliando le disuguaglianze, danneggiando lo sviluppo sostenibile e scuotendo le fondamenta della pace”. Guterres ha messo in luce come i paesi più vulnerabili siano anche quelli più colpiti dagli impatti del cambiamento climatico e ha richiamato i leader mondiali alla necessità di una “cooperazione globale che non sia in stallo”.

2024 verso un nuovo record di temperature
La World Meteorological Organization (WMO) ha pubblicato un rapporto aggiornato sul clima, segnalando che il 2024 potrebbe diventare l’anno più caldo mai registrato. Secondo la WMO, la temperatura media dell’aria ha già superato di 1,54°C i livelli pre-industriali nei primi nove mesi dell’anno, con fenomeni naturali come El Niño che continuano a contribuire all’innalzamento della temperatura. “Le piogge record, le alluvioni, i cicloni, le ondate di caldo e la siccità sono la nuova realtà e un assaggio del futuro,” ha avvertito Celeste Saulo, Segretaria Generale della WMO.

Il ruolo dei combustibili fossili al centro del dibattito
Nel suo discorso d’apertura, Mukhtar Babayev, presidente della COP29, ha definito la conferenza un “momento di verità” per l’Accordo di Parigi. Sultan al-Jaber, presidente della COP precedente, ha ribadito l’impegno internazionale per abbandonare gradualmente i combustibili fossili, un argomento delicato per paesi come l’Azerbaigian e gli Emirati Arabi Uniti, grandi esportatori di idrocarburi. Al-Jaber ha esortato i partecipanti a unirsi e agire concretamente per ridurre le emissioni.

Sfide e assenze significative tra i leader mondiali
Nonostante le alte aspettative per la COP29, diversi leader di spicco hanno deciso di non partecipare. Tra gli assenti, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Lula, con quest’ultimo impegnato nei preparativi per ospitare la COP30 in Brasile. L’Europa ha comunque promesso di intensificare i propri sforzi per compensare un possibile disimpegno degli Stati Uniti, qualora la recente vittoria di Donald Trump dovesse portare a un’uscita dall’Accordo di Parigi.

L’Onu: “Non è carità, ma interesse comune”
Simon Stiell, capo dell’ONU per il clima, ha sottolineato come il finanziamento degli aiuti climatici non sia carità, ma “nell’interesse di tutti”. Ha richiamato i paesi più ricchi a stabilire nuovi e ambiziosi obiettivi di finanziamento per sostenere i paesi più vulnerabili: “Un nuovo obiettivo ambizioso per il finanziamento del clima è nell’interesse di ogni nazione, comprese le più grandi e ricche,” ha affermato Stiell, auspicando un segnale chiaro di cooperazione globale.

Con circa 51mila partecipanti accreditati, la COP29 di Baku rappresenta una sfida cruciale per il futuro del pianeta. Il prossimo decennio si prospetta decisivo per rispettare i limiti di temperatura fissati dall’Accordo di Parigi e per rafforzare un’azione globale unita e resiliente.


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