Linea 10 metropolitana di Napoli - treno -linee su ferro

Il rapporto “Pendolaria 2024” di Legambiente fotografa ancora una volta il significativo divario che separa l’Italia dagli altri grandi paesi europei per quanto riguarda i sistemi di trasporto pubblico nelle aree metropolitane. Rispetto a Germania, Regno Unito, Francia e Spagna, il nostro paese sconta ancora pesanti carenze infrastrutturali: solo 255,9 km di metropolitane totali a fronte degli oltre 600 km delle altre nazioni, mentre i 397 km di tram attivi rappresentano circa la metà di quanto si riscontra in paesi come Germania o Francia.

La situazione critica in Campania

Tra i territori maggiormente penalizzati da questo significativo divario infrastrutturale vi è senza dubbio la regione Campania e in particolar modo il capoluogo Napoli. Con i suoi 60,6 km di metro, Napoli mostra una dotazione chilometrica ben lontana non solo dalle principali capitali europee come Madrid (291 km), Londra (471 km) e Parigi (225 km), ma addirittura inferiore a quella di altre città italiane come Milano (104 km). Ancor più critica appare la situazione per quanto riguarda i tram: la rete napoletana, composta da soli 4,1 km attivi, rappresenta purtroppo una delle dotazioni più esigue tra le maggiori aree urbane del nostro paese.

Gli interventi in programma non colmano il gap

Gli interventi previsti per il futuro, seppur già finanziati, non sembrano tuttavia in grado di colmare in modo significativo il gap strutturale. I 36,1 km di nuove linee metropolitane programmate, comprensivi del completamento delle tratte già in corso, non basteranno a ridurre di molto lo svario rispetto alle altre metropoli mondiali. Discorso analogo vale per la rete tranviaria cittadina, che con soli 4,1 km aggiuntivi non compirà quel salto di qualità necessario. Critica appare inoltre la situazione della mobilità nell’area metropolitana partenopea, dove i progetti di ammodernamento di alcune linee ferroviarie locali e di raddoppio di tratte come la Circumflegrea sembrano insufficienti a colmare le carenze di un sistema intercomunale non sempre performante.

Il cambio di paradigma necessario

Secondo Legambiente, serve un netto cambio di passo che preveda ingenti investimenti pluriennali per sviluppare in modo organico e sinergico reti metropolitane, tramviarie e ferroviarie suburbane. In primis, un incremento deciso dei fondi nazionali per le infrastrutture di mobilità sostenibile, da almeno 1,5 miliardi l’anno. Fondamentale poi accelerare con le progettazioni e gli appalti per concretizzare rapidamente le opere già finanziate. Particolare attenzione andrebbe dedicata anche alla progettazione partecipata dei sistemi di mobilità integrata a scala sovracomunale. Legambiente chiede poi di dirottare risorse dalle grandi opere stradali verso nuove linee di tram e metro, fondamentali per ripensare radicalmente la mobilità nelle aree urbane campane più popolose. Solo così sarà possibile progettare una vera rivoluzione nella mobilità urbana ed extraurbana, rendendo le aree metropolitane finalmente vivibili e sostenibili e recuperando il gap che ancora le divide dalle altre realtà europee.

di Serena Lena

 

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