L’Europa – in quanto istituzione – è in crisi, servirà uno sforzo immenso per risanarla. E’ quanto si apprende tra le righe del report sulla competitività redatta e presentata dall’ex banchiere Mario Draghi, nonché politico stimato nel vecchio continente. Nell’introduzione al suo documento, Mario Draghi sottolinea che i valori fondamentali dell’Europa — prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile — sono essenziali per il futuro dell’Unione Europea. “L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali”, scrive Draghi. Tuttavia, egli avverte che se l’Europa non sarà più in grado di garantirli, avrà perso la sua ragione d’essere. La sfida esistenziale per l’Ue è quindi quella di crescere e diventare più produttiva, preservando al contempo i valori di equità e inclusione sociale. Secondo Draghi, l’unico modo per raggiungere questo obiettivo è un cambiamento radicale.
Il report propone una serie di riforme cruciali per potenziare l’integrazione europea e migliorare la competitività dell’Unione. Draghi suggerisce di estendere il voto a maggioranza qualificata in più aree decisionali, superando così il sistema attuale che richiede il voto all’unanimità. “Finora, molti sforzi per approfondire l’integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all’unanimità”, spiega. Inoltre, propone l’uso della cooperazione rafforzata nei casi di stallo.
Draghi suggerisce anche che l’Ue continui a emettere strumenti di debito comune, similmente al modello del NextGenerationEu, per finanziare progetti di investimento congiunti. Questo approccio potrebbe aumentare la competitività e la sicurezza dell’Europa. Il report sottolinea la necessità di riformare il bilancio dell’Ue per migliorare l’efficacia e l’efficienza, e per sostenere meglio gli investimenti privati. Draghi propone di istituire un “pilastro della competitività” e di rifocalizzare le risorse finanziarie su progetti strategici e obiettivi concordati congiuntamente, semplificando la struttura del bilancio e riducendo il numero di programmi di finanziamento.
In particolare, il report raccomanda di istituire schemi di finanziamento dedicati per affrontare il divario di investimenti nelle aziende tecnologiche in fase di crescita e nelle tecnologie pulite. Draghi evidenzia la necessità di maggiore flessibilità nella riallocazione delle risorse e di un maggiore sostegno agli investimenti privati.
Il rapporto stima che per raggiungere gli obiettivi indicati siano necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023. Per confronto, gli investimenti del Piano Marshall tra il 1948 e il 1951 equivalevano all’1-2% del Pil dell’Ue.
Infine, Draghi raccomanda di aumentare i finanziamenti europei per la Ricerca e Sviluppo (R&S) nel campo della difesa e di concentrarli su iniziative comuni. Questo approccio potrebbe includere nuovi programmi a duplice uso e progetti di difesa di interesse comune, per promuovere una cooperazione industriale necessaria per mantenere la leadership nelle tecnologie più avanzate.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter e LinkedIn