Elisabetta belloni

Con una lettera inviata il 23 dicembre alla premier Giorgia Meloni, Elisabetta Belloni, direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), ha annunciato le sue dimissioni a partire dal 15 gennaio 2025. La decisione, che arriva con quattro mesi di anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato prevista per maggio, segna una svolta significativa nel panorama dell’intelligence italiana.

Secondo quanto emerso, Belloni avrebbe sottolineato che si tratta di una scelta personale non legata all’assunzione di nuovi incarichi. Tuttavia, indiscrezioni indicano che l’ambasciatrice potrebbe essere destinata a un ruolo di rilievo nell’entourage della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Nominata nel maggio 2021 dall’allora premier Mario Draghi, Belloni è stata la prima donna alla guida del Dis, un traguardo che ha confermato la sua statura di figura chiave nelle istituzioni italiane. Durante il suo mandato, ha consolidato la cooperazione tra Aisi e Aise, le due principali agenzie di intelligence, e ha stabilito un rapporto di fiducia con la premier Meloni, che l’aveva nominata sherpa per il G7 a presidenza italiana.

Nonostante la sua efficienza e diplomazia, le dimissioni di Belloni hanno acceso un dibattito sulla gestione del Dis. Alcune fonti segnalano possibili contrasti con altri vertici istituzionali e una certa marginalizzazione durante la recente gestione del caso Cecilia Sala. Belloni non era presente all’ultimo vertice a Palazzo Chigi il 2 gennaio, un’assenza che ha alimentato speculazioni.

Ora, il governo punta a risolvere la questione in tempi rapidi. L’obiettivo è individuare il successore di Belloni già nel prossimo Consiglio dei ministri, previsto mercoledì. Tra i nomi in circolazione, si ipotizza la scelta di un ambasciatore per mantenere una linea di continuità con Belloni, oppure di un generale come Andrea De Gennaro, comandante della Guardia di finanza. Non si esclude la promozione di uno dei vicedirettori attuali, come Giuseppe Del Deo, Alessandra Guidi, Francesco Paolo Figliuolo, Carlo Zontilli, Carlo De Donno o Vittorio Rizzi.


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