“Finora la Regione Campania ha speso poco più del 20% dei fondi concessi dal governo per gli interventi previsti dal decreto Rilancio n. 34 del 19 maggio 2020 nella prima ondata pandemica. Si tratta di una spesa di 38 milioni di euro a fronte di 163 milioni di euro che servivano ad interventi organizzativi e strutturali, incrementare i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva e ristrutturare i pronto soccorso durante la pandemia da Covid-19”. A lanciare l’accusa è la consigliera regionale di opposizione Marì Muscarà che pone l’attenzione sulla questione che la spesa corretta di tutti i fondi avrebbe potuto garantire un sistema sanitario più efficiente durante il periodo critico del Covid.
“Mi lascia molto perplessa – continua l’esponente del consiglio regionale della Campania – la risposta del Dipartimento della Salute Regionale all’interrogazione che ho presentato in collaborazione con il NurSind (sindacato professioni infermieristiche N.D.R.), in cui viene rivelata una notizia assurda. È stato comunicato che si necessita della cessazione della pandemia per poter intervenire. Eppure quei fondi sono destinati proprio ad essa. La Regione nel 2020 ha redatto un piano organizzativo dove venivano programmati tutti gli interventi organizzativi e strutturali e il tutto approvato dal ministero della salute. A distanza di più di due anni da quel piano operativo, ci accorgiamo che ben poco è stato fatto. Al momento – continua Muscarà – non sono stati attivati 116 posti letto di terapia intensiva, mancano 174 posti letto di terapia subintensiva, apparecchi elettromedicali per la terapia intensiva e per i pronto soccorso. Ci lamentiamo spesso che mancano i fondi, ma quando ci sono non li spendiamo. I grandi miracoli della sanità sbandierati dal governatore De Luca non ci sono. Su questo tema – incalza la consigliera – è stato continuamente sollecitato dalla sottoscritta il presidente Alaia, al fine di convocare la sua Commissione Sanità”.
La questione della spesa efficiente delle risorse pubbliche apre il dibattito anche sull’utilizzo del Pnrr. “Se dopo più di due anni hanno speso soltanto una parte dei fondi emergenziali stanziati nel periodo della prima ondata pandemica – chiude Marì Muscarà – ci auguriamo che per la spesa dei fondi europei, per il quali occorrono progetti validi e tempi precisi, si proceda in maniera più spedita”.
di M. Alt.