Vesuvio Erutta

“Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”, recita così il nuovo – becero – coro da stadio che da Nord a Sud risuona nelle curve di mezza Italia. Un coro che corre sulla linea sottile tra sfottò e insulto razziale che, nelle scorse ore, ha fatto la sua comparsa su Spotify. La nota piattaforma musicale, sommersa da mail di protesta e disdette, ha poi cancellato l’audio che ha scatenato la rabbia e l’indignazione dei napoletani e non solo.

Ora, cercando la traccia audio sulla piattaforma, appare il messaggio: “Questa canzone non è disponibile”.

La presa di posizione di Gaetano Manfredi

Anche il sindaco Gaetano Manfredi è intervenuto sull’accaduto, stigmatizzando la continua discriminazione della città e la facilità con cui, al giorno d’oggi, si possano diffondere contenuti denigratori e beceri. “È indice di un pregiudizio inaccettabile ed una forma di razzismo verso Napoli che è la capitale del Mezzogiorno. Basta con questa visione becera e ignorante, dobbiamo difenderci tutti insieme. Da Spotify un enorme scivolone, deve rimuovere immediatamente la traccia”, queste le parole del primo cittadino.

Indagando sull’accaduto, si è scoperto che a caricare sulla piattaforma il vergognoso coro da stadio è stato il profilo Ultras United che, oltre ad aver pubblicato un contenuto denigratorio – non censurato da Spotify – incassava introiti dalle migliaia di visualizzazioni registrate.

Oltre all’indignazione dei napoletani, non solo di fede partenopea, nelle ore successive alla diffusione della notizia è giunta la richiesta di cancellazione di Sandro Ruotolo e Maurizio De Giovanni. “Non è cosa ‘e niente. È come se fosse diventata una parola d’ordine negli stadi di mezza Italia. Anche quando la squadra avversaria non è il Napoli partono cori razzisti contro i napoletani. Non è goliardia, non sono sfottò. È il sintomo di una malattia che c’è nel Paese e la politica, una certa politica, invece di prenderne le distanze le cavalca. Non sono solo tifosi isolati che quando vengono identificati vanno cacciati a vita dagli stadi. Dobbiamo chiedere alle società di realizzare una campagna di prevenzione. Ma se i cori si dovessero ripetere bisognerà procedere anche alla penalizzazione in classifica. A furia di dire cosa ‘e niente rischiamo di diventare niente”.