Intervista a Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli

“Più servizi e conti in regola”. Sono queste le parole d’ordine di Gaetano Manfredi per il suo primo quinquennio da sindaco di Napoli. Già rettore dell’università Federico II, poi ministro dell’Università e ricerca, l’ingegnere e accademico napoletano ha raccolto una pesante eredità dal suo predecessore. Conti in rosso, servizi insufficienti e gli strascichi economici post-pandemici hanno condizionato fin da subito l’esperienza di Manfredi a Palazzo San Giacomo.

Grazie alla sottoscrizione del ‘Patto per Napoli’ – 1,23 miliardi in 20 anni nelle casse del Comune – il bilancio tornerà a respirare, consentendo così una serena programmazione della città del futuro. Una città che Manfredi vede proiettata verso una maggiore apertura al turismo e all’imprenditoria giovanile, con servizi efficienti e la rigenerazione urbana di aree lasciate al degrado. Il ‘Patto per Napoli’, unito al Pnrr, potrebbero essere uno strumento decisivo per il rilancio della città, come affermato dallo stesso primo cittadino.

Sindaco, al momento del suo insediamento ha trovato un bilancio in rosso che non avrebbe permesso una facile gestione della città. Adesso, grazie al ‘Patto’ siglato con il premier Mario Draghi, quali sono le prospettive per la città? Quali le principali aree di intervento?

“La firma del Patto ci ha consentito di mettere in sicurezza il bilancio ed evitare il dissesto che avrebbe comportato la svendita del patrimonio e la privatizzazione delle partecipate. Si può partire con una nuova stagione di rilancio e di investimento per migliorare le condizioni economiche e la qualità della vita dei napoletani. Puntiamo su trasporti, igiene urbana, verde pubblico: ci sono finanziamenti importanti per il completamento del piano di trasporto cittadino con la nuova linea 10 che raggiungerà la Tav di Afragola, investimenti sul ciclo dei rifiuti, sull’aggiornamento e la manutenzione della rete idrica. Ci sono, insomma, risorse significative per fare un ammodernamento delle strutture della città di cui abbiamo molto bisogno”.

Durante la sua campagna elettorale ha più volte ribadito la volontà di rendere Napoli una capitale europea. Cosa manca alla città per potersi confrontare alla pari con le altre grandi città?

“C’è un forte deficit della capacità amministrativa della città: personale esiguo e alta età media, carenze nei processi di digitalizzazione, debolezza nella capacità di spesa e acquisizione dei fondi esterni. La conseguenza di tutto ciò si traduce nella difficoltà ad incidere nella gestione della cosa pubblica. La scarsa capacità di riscossione e la conseguente mancanza di risorse per la manutenzione della città e la gestione dei servizi essenziali sono carenze che hanno generato, complice il quadro della pandemia, un progressivo impoverimento della città ed aumentato marginalità e divari. Contrasteremo con tutte le nostre forze questa crisi strutturale, dobbiamo cogliere quest’occasione unica e irripetibile che arriva dai fondi europei per contribuire da Napoli al rilancio e alla crescita del nostro paese”.

Vivibilità, verde pubblico e città a misura di cittadino. Cosa farà la sua amministrazione per rendere Napoli una città smart?

“C’è un piano di manutenzione biennale che consentirà di avere un verde pubblico degno della nostra città, interverremo sull’intero territorio con un impegno di oltre 5 milioni di euro destinati al verde urbano. La transizione ecologica e il cambiamento climatico sono grandi temi del Pnrr, nella logica di un’autonomia dell’Europa dal punto di vista energetico il contributo delle fonti rinnovabili è determinante e Napoli è sempre stata avanti dal punto di vista tecnologico anche su questi temi”.

Ci sono diverse aree della città che da anni attendono risposte: periferie, Bagnoli e Napoli Est. Cosa c’è in programma e cosa si farà per recuperare e rilanciare dal punto di vista economico e sociale queste macro-aree?

“Abbiamo un grande piano di investimento sull’area Est che parte dalla riqualificazione delle aree di edilizia economica e popolare, dove ci saranno interventi importanti anche con il Pnrr. C’è poi un progetto per il recupero del mare, forti investimenti di innovazione e cultura: la nostra idea è che l’area Est diventi il distretto tecnologico, digitale e di sviluppo del territorio. Sono previsti inoltre interventi sul verde ed un grande piano di investimenti per migliorare la qualità della vita di questa parte importante della città”.

Capitolo trasporti. Sappiamo che sono in arrivo i nuovi treni della metropolitana che potranno, nel medio lungo periodo, ridurre i disagi di cittadini e pendolari. Che tempi ci sono per una Metro efficiente al 100%? Cosa si sta facendo per il trasporto su gomma?

“I nuovi treni della Linea 1 metropolitana dovrebbero entrare in funzione per l’estate. L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha autorizzato l’avvio delle prove dinamiche dei nuovi convogli che sono in corso e questo è il segno che è stata superata la criticità dell’incidente avvenuto a luglio scorso durante il collaudo. Al termine delle prove ci sarà il pre-esercizio che credo riusciremo a portare a termine in tempi limitati. La nuova flotta di treni acquistati dal Comune in Spagna andrà progressivamente a sostituire i vecchi treni degli anni ‘90 e ciò consentirà di passare ad una frequenza di corse ogni 5 minuti, con tutti i treni a regime”.

Il turismo è probabilmente il principale volano dell’economia cittadina. Napoli è tornata tra le principali mete di turisti stranieri e non solo. Cosa può essere fatto per migliorare la fruibilità della città da parte dei turisti? Quali sono i margini di crescita?

“Gli indicatori che abbiamo sul turismo a Napoli sono molto buoni e questo è importante perché significa riportare economia in città. Noi stiamo facendo il possibile, lavorando soprattutto sui servizi e sull’attrazione, per rendere Napoli molto più accogliente e a misura di turisti con una programmazione di qualità. Abbiamo promosso la rete dei musei cittadini con un coordinamento finalizzato a condividere le iniziative”.

Che ruolo può giocare Napoli come grande città del Mediterraneo? Come può diventare un centro attrattivo per imprenditori e giovani che vogliono realizzare le loro idee e partecipare al rilancio economico della città?

“Serve una visione e un progetto condiviso di trasformazione del paese. C’è bisogno non solo di formare, ma di includere le persone nei processi e puntare sulle nuove generazioni. Napoli vanta un altissimo numero di giovani e bisogna renderli protagonisti lasciando loro maggiore libertà di scelta. Non significa che ognuno fa quel che vuole, ma che nell’ambito di un progetto si inseriscono esperienze che lo arricchiscono. Anche alle imprese, del resto, serve un capitale umano che non sia fatto di soli esecutori, ma di risorse che abbiano sviluppato una loro personalità”.

L’area metropolitana di Napoli abbraccia circa 3 milioni di persone, a lei – da sindaco – spetta anche il compito amministrarla. Quali sono le potenzialità di questa unione tra Napoli e provincia? Come intende avvicinare la città ai 91 comuni della provincia?

L’area metropolitana è molto importante, Napoli ha una forte interazione con la sua area metropolitana e viceversa. Noi dobbiamo lavorare su una migliore integrazione anche perchè i servizi, soprattutto se guardiamo a trasporti, strade e ambiente, ci rendiamo conto che sono strettamente interconnessi. C’è quindi bisogno di un buon governo dell’area metropolitana e degli investimenti giusti. Da questo punto di vista, il Pnrr ci darà una grande mano”.

Come immagina la città al termine del suo primo mandato? Per cosa vuole farsi ricordare dai napoletani?

“Mi piacerebbe essere ricordato per il sindaco che ha riportato i servizi essenziali ai livelli standard delle altre grandi città italiane. A partire dall’aver evitato il dissesto del Comune, avviando un piano di risanamento che interessa i principali settori dell’ente, e all’aver contribuito a rendere più vivibile e attrattiva la città valorizzandone il suo potenziale. Ridando dignità e valore alla città”.