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Il Golden Power è uno strumento che consente al Governo italiano di intervenire per salvaguardare asset strategici di rilevanza nazionale, esercitando poteri speciali su imprese operanti in settori come energia, difesa, telecomunicazioni, trasporti e finanza. Introdotto nel 2012, il Golden Power ha sostituito il precedente modello della golden share, che permetteva allo Stato di mantenere diritti speciali in alcune aziende privatizzate ma che fu oggetto di una procedura di infrazione europea.

Un’evoluzione legislativa per ampliare le tutele

Nel 2019, il Golden Power è stato rafforzato per includere le reti di telecomunicazione 5G, mentre nel 2020, con il cosiddetto decreto Liquidità, è stato esteso a nuovi settori come intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersecurity e persino il settore sanitario e agroalimentare. Questa estensione rende il Golden Power uno strumento di difesa centrale, non solo contro acquisizioni straniere, ma anche italiane, qualora possano compromettere l’interesse nazionale.

Golden Power e l’Ops Unicredit-Bpm

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha recentemente ipotizzato l’utilizzo del Golden Power in relazione all’offerta pubblica di scambio (Ops) di Unicredit su Banco Bpm. Questa operazione, che punta a creare un gigante bancario italiano, coinvolge un settore cruciale per la stabilità economica del Paese, suscitando l’interesse del Governo per valutare eventuali interventi.

Un equilibrio tra mercato e sovranità

Il Golden Power rappresenta una risposta alle sfide della globalizzazione e ai rischi di perdita di controllo su settori strategici, cercando di bilanciare la tutela degli interessi nazionali con le regole del mercato libero europeo.


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