Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha deciso di impugnare la legge della Regione Campania n. 16 dell’11 novembre 2024. La norma, intitolata “Disposizioni in materia di ineleggibilità alla carica di Presidente della Giunta regionale, in recepimento dell’articolo 2, comma 1, lettera f) della legge 2 luglio 2004, n. 165”, è stata ritenuta in contrasto con la normativa statale e con alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana.
Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, la legge regionale violerebbe l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce alla legge statale la disciplina del sistema elettorale e dei casi di ineleggibilità e incompatibilità del Presidente della Giunta regionale e dei consiglieri regionali. La norma campana, infatti, si sovrapporrebbe alle disposizioni statali, generando una difformità normativa che mette a rischio il principio di uniformità e coerenza dell’ordinamento.
Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha sottolineato che le disposizioni impugnate contrasterebbero con i principi di ragionevolezza e uguaglianza nell’accesso alle cariche elettive, sanciti dagli articoli 3 e 51 della Costituzione. Secondo tali principi, le regole per accedere alle cariche pubbliche devono essere chiare, eque e uniformi su tutto il territorio nazionale, evitando disparità di trattamento tra i cittadini.
L’impugnazione rappresenta un ulteriore richiamo al rispetto dei confini tra le competenze statali e quelle regionali. La norma approvata dalla Regione Campania solleva questioni di grande rilevanza istituzionale, in quanto tocca il delicato equilibrio tra autonomie regionali e l’unitarietà dell’ordinamento giuridico italiano.
La decisione del Consiglio dei Ministri conferma l’attenzione del governo nel garantire il rispetto dei principi costituzionali e dei diritti di uguaglianza dei cittadini nell’accesso alle cariche elettive. L’esito dell’impugnazione sarà ora rimesso alla Corte Costituzionale, che dovrà valutare se la legge regionale sia conforme o meno ai dettami della Carta
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