E’ iniziato da Napoli il mini-tour del premier Mario Draghi per il patto di risanamento di quattro grandi città italiane. Il provvedimento, comunemente noto come ‘Patto per Napoli’, si allargherà a Torino, Reggio Calabria e Palermo. Quasi 2,7 miliardi di euro saranno destinati alle città metropolitane con un disavanzo pro capite superiore a 700 euro. Sono le disposizioni previste dai commi da 567 a 582 della Legge 30-12-2021 numero 234 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024” (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2021, numero 310).
La visita a Napoli: il piano da oltre 1,5 miliardi per salvare i conti e rilanciare la città
Mario Draghi, come da programma, è arrivato nel capoluogo partenopeo martedì 29 marzo, dove ha siglato con il sindaco Gaetano Manfredi il “Patto per Napoli” che prevede un contributo di oltre 1,23 miliardi di euro spalmati in 21 anni per risanare i conti della terza città d’Italia. Il Comune, dal canto suo, si impegna a garantire un ulteriore investimento di 300 milioni attraverso entrate autonome. Un contributo “garantito” da un aumento dell’addizionale Irpef a partire dal 2023 quantificabile in uno +0,2 e da migliori performance nella riscossione dei tributi. Tra le altre cose, potrà essere aumentata anche l’addizionale sui diritti di imbarco, una tassa comunale compresa nel biglietto aereo pagato dai viaggiatori.
L’esposizione finanziaria del Comune
Gaetano Manfredi, eletto nel settembre dello scorso anno dopo un decennio a guida De Magistris, ha ereditato un’esposizione finanziaria di 4.981.062.563 euro. Si tratta di 5.430 euro ad abitante e cinque volte le entrate tributarie di un anno: queste le cifre indicate dall’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta nella relazione al consiglio comunale. Secondi un’analisi della contabilità pubblica, la voragine è stata scavata da due record: il disavanzo da 2.174.757.130 euro e il debito da 1.752.391.976 euro.
Mario Draghi “meridionalista”: le parole del Premier
“L’obiettivo del piano è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio”. Così Mario Draghi durante la presentazione del patto per Napoli nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino. “Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale‘, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese“, ha aggiunto.
La sfida del sindaco Gaetano Manfredi
“Adesso tocca a noi dimostrare che siamo all’altezza della sfida, come istituzione e come cittadini con la consapevolezza di non essere più soli e con la certezza di riprenderci il posto che meritiamo”. Così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Una grande responsabilità per il nuovo sindaco napoletano, ma allo stesso tempo nuove risorse per rilanciare la città come “capitale europea” come più volte ribadito in campagna elettorale.
Non solo Napoli: altre città salvate dal dissesto
A beneficiare del Patto per Napoli non sarà solo il capoluogo campano. Il provvedimento presentato questa mattina aiuterà altri tre capoluoghi fortemente indebitati: dopo la terza città d’Italia sarà il turno di Palermo, Reggio Calabria e Torino. Per evitare il default delle quattro città con i conti più in crisi lo Stato ha stanziato nell’ultima legge di bilancio 2,67 miliardi spalmati in 21 anni. La misura coinvolgerà anche i contribuenti e i fornitori dei Comuni. E’ prevista, infatti, la possibilità dello sforamento dell’addizionale Irpef nelle città interessate dal provvedimento.
Prossima tappa: Torino
Il capoluogo piemontese non vive una situazione economico-finanziaria migliore rispetto a Napoli. Il maxi emendamento alla manovra di bilancio ha infatti destinato 514 milioni di euro per salvare i conti pubblici. Nel 2020, il Comune di Torino ha chiuso il bilancio con un rosso di 888,39 milioni. Così come avvenuto a Napoli, il Premier Draghi sarà ospitato nel Palazzo Civico per siglare l’accordo. La sottoscrizione, puramente formale, potrebbe avvenire già il prossimo lunedì. Il governo concederà negli anni a venire un contributo straordinario – per il primo anno si parla di circa 70 milioni di euro – con l’obiettivo di risanare il disavanzo strutturale del bilancio comunale.
“Sorride” anche Palermo
Saranno invece 475 i milioni di euro che arriveranno alla città di Palermo nei prossimi anni. L’impegno parallelo, così come per gli altri comuni ‘salvati’ dall’emendamento, il Comune si farà carico di recuperare un ulteriore 25% tramite il gettito fiscale. Il piano di riequilibrio – soprannominato “lacrime e sangue” – approvato dal consiglio comunale ha sancito già da quest’anno l’incremento dell’addizionale Irpef. Solo a partire dal 2026, fino al 2040, sarà prevista una graduale riduzione del prelievo in busta paga.
Reggio Calabria in affanno
Circa 137 milioni, infine, saranno destinati al ripianamento dei debiti del Comune di Reggio Calabria. Dal punto di vista procedurale, però, la città calabrese è ancora in alto mare.