Putin

Ci si avvicina all’anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, avvenuto il 24 Febbraio del 2022. Per quanto le avvisaglie di questo conflitto potevano essere subodorate già dal 2014, sorprende sempre pensare a come un conflitto di queste proporzioni sia a due passi da casa. La guerra ci tocca con mano, ci bussa sulla spalla, con un ticchettio costante che ci ricorda che siamo tutti raggiungibili. E così, le parole di Niemoller risuonano ancora più perentorie alle orecchie di chi fosse ancora in grado di volgere uno sguardo al passato.

A poco più di una settimana dalla conclusione di questo cerchio bellico (nel quale ancora ritornano alla mente le sirene di Kiev al mattino), nuove sanzioni dall’UE si intravedono, con l’intento di colpire più a fondo l’economia del Cremlino.

Unione Europea: pacchetto di sanzioni e posizione nel conflitto Russo-Ucraino

La posizione dell’Unione Europea in questo conflitto è sempre stata chiara: la guerra va combattuta non solo tra le popolose città ucraine (nelle quali gli edifici di Mariupol e Bakhmut rappresentano oramai monumenti topici di questo periodo storico controverso), ma anche sotto il profilo economico. È per questo motivo che la Commissione Europea ha varato, oggi, un nuovo pacchetto di sanzioni per 11 miliardi di cui si è fatta portavoce Ursula von der Leyen.

Quest’ultimo entrerà in vigore il 24 Febbraio e mirerà a colpire lo spostamento delle merci verso la Russia, con l’intento di penalizzare gli introiti di natura tecnologica che potrebbero fornire un aiuto consistente sul fronte ucraino. Già recentemente, infatti, si è avuto modo di notare come la controffensiva russa stia dando i propri frutti nella zona di Bakhmut: colpire questo tipo di acquisizioni, significherebbe rallentare profondamente le azioni belliche.

Da citare, inoltre, sono le parole del ministro degli esteri russo Lavrov che, nel suo ultimo discorso al parlamento russo, ha dato una definizione chiara della strategia occidentale nel conflitto. Secondo il ministro, infatti, l’obiettivo del blocco occidentale sarebbe quello di emarginare totalmente la Russia, sia dal punto di vista politico che economico, in un confronto che non si consuma (oramai non più) solamente sul campo di battaglia ma anche nelle alte sedi del potere. Ai posteri, come sempre, è demandato il compito di pronunciare l’ardua sentenza, con la consapevolezza che la falce impietosa del conflitto miete ogni giorno più vittime in entrambi gli schieramenti.