La pirateria audiovisiva in Italia ha assunto proporzioni allarmanti, con una pratica conosciuta localmente come pezzotto, che consiste nella fruizione di contenuti in streaming illegali attraverso piattaforme che emulano servizi legittimi come Prime Video e Netflix. Secondo una recente indagine della Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), 23 milioni di italiani hanno visionato contenuti pirata almeno una volta nel 2023.
Il fenomeno del pezzotto non è solo diffuso, ma anche estremamente organizzato. Ben 11,8 milioni di italiani accedono ai contenuti tramite IPTV illegale, bypassando così la necessità di cercare manualmente siti pirata. Questo sistema offre una comodità simile ai servizi legali, facilitando l’accesso a film, serie TV e eventi sportivi in modo illecito direttamente dal televisore di casa.
Il danno economico per l’industria audiovisiva è significativo: si stima una perdita di fatturato di 2 miliardi di euro all’anno, equivalente a 821 milioni di euro di PIL e 377 milioni di gettito fiscale. Queste cifre non solo evidenziano l’entità del problema, ma suggeriscono anche una grave erosione delle entrate per le aziende del settore.
Il fenomeno del pezzotto sembra essere diffuso in modo uniforme tra uomini e donne, con una leggera prevalenza nelle regioni del Sud Italia e tra i laureati. Questo suggerisce che la pirateria non è solo una questione di accessibilità economica, ma anche di percezione culturale e legale. Molti italiani sembrano considerare la pirateria un reato minore, nonostante le sanzioni previste possano arrivare fino a 5000 euro.
Per contrastare questa piaga, alcuni esperti suggeriscono che l’industria debba diversificare le offerte, proponendo pacchetti più economici e specifici per attrarre gli utenti che oggi si rivolgono alla pirateria per risparmiare. Tuttavia, senza un cambiamento nella percezione pubblica riguardo alla gravità del reato, il problema del pezzotto potrebbe continuare a proliferare, causando ulteriori danni economici e culturali al settore audiovisivo italiano.
In sintesi, sono 28 milioni gli italiani che utilizzano pirateria audiovisiva, mentre sono 11,8 milioni gli utenti dell’IPTV illegale, noto come pezzotto. La perdita economica stimata è di 2 miliardi di euro all’anno, con 821 milioni di euro di PIL e 377 milioni di gettito fiscale persi.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter e LinkedIn