Sud Svimez RESTO AL SUD imprese

Oltre 17mila progetti finanziati, 850 milioni di euro di agevolazioni concesse e oltre 60mila nuovi posti di lavoro. Questi, i dati emersi dal “Monitoraggio della misura a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata «Resto al Sud», discusso dalla 9ª Commissione permanente del Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare).

Le opinioni CNA e Confartigianato

Le due organizzazioni rilevano l’elevato livello di complessità burocratica e digitale della piattaforma. “Occorre coinvolgere le associazioni di categoria presenti sul territorio per rafforzare il percorso di accompagnamento della nascita di nuove imprese. Al riguardo si dovrebbe strutturare un sistema di accreditamento delle associazioni di rappresentanza delle imprese così da aiutare gli aspiranti imprenditori nella formulazione di business plan credibili e sostenibili. Sarebbe opportuno finanziare anche le spese per consulenza e formazione” e migliorare le “attività di comunicazione e consulenza di Invitalia nella fase di avvio del progetto”. CNA e Confartigianato poi hanno indicato che per potenziare la misura Resto al Sud potrebbero essere alzati i limiti, a 100mila euro per le imprese individuali e a 240mila per le società.

Confapi

Presente anche Confapi, Confederazione italiana della Piccola e Media industria, rappresentata da Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli e responsabile Zes della Confederazione. Marrone ha innanzitutto sottolineato che “il divario tra il Nord e il Sud del Paese è ancora troppo alto e, soprattutto, con poche variazioni rispetto al passato – una tendenza confermata anche da un recente Rapporto dell’Istat -. Queste regioni continuano ad avere livelli di crescita inferiori rispetto alla media dei paesi UE – ha spiegato -, tanto da poter essere considerata come l’area più vasta e popolosa, in termini di sviluppo, dell’Europa occidentale”. 

In merito all’importanza dell’attivazione di tutti gli strumenti necessari per invertire tali parametri ha sottolineato: ”Il Pnrr e il consolidamento della Zes sono sicuramente occasioni da non sprecare per portare il mezzogiorno a livelli di competitività adeguati e ridurre drasticamente il gap rispetto alle regioni del centro nord del Paese”.

Secondo Confapi va individuata e promossa una chiara politica di promozione degli investimenti nel Mezzogiorno rimodulando e rafforzando quelli già esistenti e puntando su settori di impresa più congeniali al territorio e scegliendo e rafforzando pochi ma prioritari interventi quali la formazione, l’occupazione giovanile e la riconversione professionale. Contemporaneamente vanno incoraggiati gli investimenti privati in grado di innalzare la quantità e la qualità del lavoro e della sua stabilità. Per quanto riguarda l’incentivo “Resto al Sud”, Marrone ha esposto l’esperienza delle imprese Confapi.  “Lo strumento ha sicuramente contribuito alla nascita e al consolidamento di nuove e piccole realtà imprenditoriali sebbene permangano delle criticità che scoraggiano i potenziali beneficiari dall’utilizzarlo. Se si vuole rendere l’incentivo maggiormente appetibile, andrebbero apportati dei piccoli accorgimenti”.

Tra le proposte di Confapi l’inserimento dell’ammissibilità delle spese del personale assunto o quantomeno prevedere di inserire tra le spese ammissibili quelle di formazione del personale che verrà assunto. Occorrerebbe prevedere l’ammissibilità anche delle spese di per l’apertura delle procedure di richiesta e di consultazione dei professionisti che hanno un costo non indifferente e che attualmente sono tutte a carico del beneficiario. Con riferimento ai requisiti relativi alle opere murarie sarebbe opportuno eliminare l’attuale limite di percentuale sostituendolo con il concetto di organicità e funzionalità aziendale rispetto all’attività che si andrà a svolgere. L’industria manifatturiera, a differenza di altre tipologie industriali, necessità infatti di beni strumentali di notevoli dimensioni e quindi di spazi produttivi adeguati.