In Italia, le donne guadagnano in media il 20% in meno rispetto agli uomini e hanno un tasso di occupazione inferiore di quasi 18 punti percentuali. È quanto emerge dal Rendiconto di genere 2024 presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, che mette in luce un quadro ancora critico per la parità nel mondo del lavoro.
La differenza retributiva è determinata da diversi fattori, tra cui il maggiore utilizzo del part-time, la minore presenza in ruoli qualificati e il ridotto accesso agli straordinari. Nonostante le donne siano mediamente più istruite rispetto agli uomini, le difficoltà nel fare carriera restano evidenti: solo il 21% dei dirigenti è donna e la percentuale sale appena al 32,4% tra i quadri.
Sulla questione è intervenuta Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, denunciando come le donne siano ancora vittime di una grave discriminazione di genere, accentuata da alcuni provvedimenti del governo. “Nonostante siano più preparate e istruite dei colleghi uomini, lavorano meno, guadagnano meno e fanno meno carriera. Questo rappresenta una perdita di competenze e abilità per il Paese, che dovrebbe intervenire con misure strutturali per rilanciare l’economia e lo sviluppo”.
Il divario occupazionale tra uomini e donne si attesta ancora a 17 punti percentuali, con una differenza di 26 punti nelle assunzioni a tempo indeterminato. Per Ghiglione, la soluzione non può essere affidata a bonus occasionali, ma servono misure sistematiche. A tal proposito, la Cgil ribadisce l’importanza del referendum sul lavoro, sottolineando la necessità di un intervento strutturale per garantire maggiore equità e opportunità per le donne nel mercato del lavoro.
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