L’Intelligenza Artificiale entra ufficialmente nel mondo degli appalti pubblici, e il TAR Lazio ha appena confermato che il suo utilizzo non è un motivo valido per escludere un’impresa da una gara.
Il caso riguardava un ricorso contro un’azienda aggiudicataria che aveva dichiarato di voler impiegare strumenti basati su IA sia nella preparazione dell’offerta che nell’esecuzione dell’appalto. Secondo i ricorrenti, questo avrebbe dovuto invalidare la sua candidatura. Tuttavia, il TAR ha bocciato queste contestazioni, sottolineando che l’IA è stata usata come supporto matematico e statistico per migliorare efficienza e qualità, senza sostituire la componente umana nella valutazione.
In particolare, la sentenza evidenzia che i criteri di valutazione dell’appalto erano molto più complessi di quanto sostenuto dai ricorrenti, includendo una pluralità di fattori che andavano oltre l’uso dell’IA. Quindi, nessuna irregolarità, nessuna inaffidabilità e nessun motivo per mettere in discussione la decisione della Commissione di gara.
Il TAR ha chiarito che l’impiego di strumenti IA non costituisce di per sé un elemento di esclusione, a patto che il loro uso sia giustificato, conforme alle regole di gara e rientri nelle valutazioni dell’amministrazione, che ha un ampio margine di discrezionalità nella verifica della congruità economica delle offerte.
Insomma, il futuro degli appalti pubblici potrebbe essere sempre più tecnologico, con l’IA pronta a dare una mano per rendere i processi più efficienti e competitivi. Il messaggio del TAR è chiaro: l’innovazione non si ferma!
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