Prezzi al consumo, inflazione

Nel 2023, la spesa media mensile per i consumi delle famiglie italiane si è attestata a 2.738 euro, registrando un aumento del 4,3% rispetto all’anno precedente, quando era di 2.625 euro. Tuttavia, l’inflazione (+5,9% su base annua secondo l’indice armonizzato dei prezzi al consumo) ha provocato una contrazione del potere d’acquisto delle famiglie, con una riduzione del 1,5% in termini reali.

“Nonostante l’aumento dei valori nominali, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie italiane, rendendo necessaria una riflessione sulle strategie di consumo,” afferma un economista. Questa contrazione ha colpito tutte le fasce di reddito, con una riduzione della spesa reale quasi uguale tra le famiglie meno abbienti (-1,6%) e quelle più abbienti (-1,7%).

Divari territoriali in lieve riduzione
Anche i divari territoriali mostrano una leggera riduzione. La differenza relativa tra la spesa massima registrata nel Nord-ovest e quella minima del Sud si è ridotta dal 36,9% del 2022 al 35,2% del 2023. Questo dato evidenzia una lieve convergenza, ma le disparità territoriali restano ancora ampie, riflettendo l’eterogeneità delle condizioni economiche regionali.

Stabilità nel divario tra famiglie italiane e straniere
La differenza nei livelli di spesa tra famiglie composte esclusivamente da italiani e quelle con stranieri rimane stabile. Nel 2023, la differenza in termini relativi è pari al 32,0%, quasi invariata rispetto al 32,4% del 2022. Questo suggerisce una persistente disparità di spesa tra i due gruppi, che tuttavia non si è ampliata nell’ultimo anno.

Nonostante un incremento nominale della spesa, le famiglie italiane hanno visto il proprio potere d’acquisto ridursi nel 2023 a causa dell’inflazione. La convergenza nei divari territoriali e la stabilità nei confronti delle famiglie con stranieri indicano che l’economia italiana sta attraversando un periodo di riequilibrio, ma non senza difficoltà.


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