Povertà Istat

Nel 2022 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente). Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione.

Risulta stabile rispetto al 2021 la povertà relativa in Italia, per un totale di 8,6 milioni di individui (14,8%) e oltre 2,8 milioni di famiglie (10,9%). Lo rileva l’Istat nel suo rapporto annuale sulla povertà, spiegando che l’incidenza di povertà relativa è marcatamente più alta nelle famiglie numerose, passando dall’8,5% delle famiglie con 2 componenti al 35% delle famiglie con 5 o più componenti. Lo si apprende dal report Istat.

Al Sud l’incidenza più alta

Nel Mezzogiorno si registra l’incidenza di povertà relativa più alta (20,5% per le famiglie e 25,3% per gli individui), nel Nord quella più bassa (rispettivamente 6,3% per le famiglie e 9,2% per gli individui).

L’incidenza di povertà relativa è quasi due volte superiore nelle famiglie dove è presente almeno un minore (20,2% contro il 10,9% di tutte le famiglie) e raggiunge il 38,5% nelle famiglie dove sono presenti almeno 3 minori.
Rispetto al 2021 cresce la povertà relativa per le famiglie monogenitore (dal 14,5% del 2021 al 17,5% del 2022), soprattutto nel Mezzogiorno (dal 25,6% del 2021 al 31,0%).

Migliora la condizione di povertà relativa delle famiglie con almeno un anziano, passando da un’incidenza del 9,3% nel 2021 all’8,5% nel 2022. Le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione mostrano il disagio più elevato, raggiungendo un’incidenza di povertà relativa pari al 27,9%, che arriva al 36,1% nel Mezzogiorno. L’incidenza di povertà relativa per le famiglie con almeno uno straniero (30,2%) è oltre tre volte più elevata delle famiglie di soli italiani (9%).