Tassi d'Interesse Mutuo

I recenti dati diffusi dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani attestano ancora una volta un triste primato per le regioni meridionali: quello di pagare costi più elevati per ottenere un mutuo e acquistare così la propria casa.

Dalle analisi condotte dalla Fabi emerge chiaramente come i tassi di interesse applicati siano mediamente più alti nei territori del Sud rispetto a quelli settentrionali. Si passa dal 4,03% dell’Emilia Romagna, regione con i mutui meno onerosi, fino al 6,25% del Molise e al 6,23% della Calabria, fanalini di coda in questa singolare classifica.

I numeri parlano chiaro e quantificano l’impatto concreto di queste differenze sul costo finale dei prestiti. Prendendo ad esempio un mutuo da 150mila euro da restituire in 25 anni, a Catanzaro la rata mensile sarebbe di circa 1000 euro contro gli 800 euro di Bologna. Complessivamente, per estinguere il debito un calabrese pagherebbe quasi 60mila euro in più rispetto ad un emiliano-romagnolo.

Gli elevati tassi applicati al Sud rappresentano dunque un freno all’accesso al credito per le famiglie meridionali e un aggravio suppletivo dei costi per chi riesce comunque ad ottenere un mutuo. Tra le ragioni di questo differenziale, la Fabi indica il rischio più alto per le banche dovuto a un’economia meridionale storicamente più debole e instabile, con maggiori casi di insolvenza.

Il gap coinvolge tutte le regioni del Mezzogiorno

Analizzando i dati su base regionale e provinciale, il divario Nord-Sud risulta esteso pressoché a tutte le aree meridionali. Oltre a Molise e Calabria in testa, si segnalano tassi elevati anche in Sicilia (6,14%), Campania (6,02%), Puglia (5,91%), Basilicata (5,87%) e Abruzzo (5,65%).

Considerando i principali capoluoghi, le rate più care sono effettivamente quelle di città del Sud come Napoli (980 euro), Palermo e Catanzaro (circa 1000 euro). Mentre al Nord le cifre sono inferiori, ad esempio 841 euro a Milano e 821 a Roma.

Il gap riguarda quindi tutte le regioni meridionali, che scontano complessivamente condizioni più svantaggiose nell’accesso al credito rispetto al resto del Paese. Un gap consolidatosi negli anni che rischia di accrescere ulteriormente il divario economico e sociale tra le diverse aree dell’Italia.

Cosa fare per ridurre il differenziale

Sarebbe opportuno che il governo e le istituzioni adottassero misure per riequilibrare la situazione tra i territori, con sgravi fiscali mirati per le banche che concedono mutui al Sud a condizioni agevolate.

Un’altra via da esplorare è l’intervento diretto dello Stato attraverso la concessione di fondi ad hoc per prestiti a tassi contenuti a famiglie meridionali. Fondamentale anche impegnarsi per accelerare lo sviluppo infrastrutturale e la crescita economica nel Mezzogiorno, al fine di ridurre quel divario e quel rischio percepito dalle banche che si traduce poi nei costi più alti per i cittadini.

Solo intervenendo su più fronti sarà possibile correggere una distorsione che, di fatto, penalizza ulteriormente il Sud nell’accesso a un bene essenziale come quello della casa e che rischia di accrescere, se non affrontata, il solco che ancora divide l’Italia.

di Serena Lena