Superbonus. Si prospetta una soluzione in tempi brevi per consentire la cessione dei crediti edilizi che sono maturati nel 2022, attualmente bloccati nell’iter di approvazione in banca e con la scadenza del 31 marzo che minaccia la loro decadenza.
Come anticipato da Piazza Borsa il 2 marzo, Secondo quanto si apprende il governo sarebbe pronto a dare parere favorevole alla soluzione individuata nei giorni scorsi dal relatore del dl Superbonus, Andrea de Bertoldi (Fdi), che consente di iscrivere il credito sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca.
Case popolari, onlus e sismabonus
Aperture sarebbero emerse anche sull’edilizia libera, sulle case popolari e sulle onlus, oltre che sul sismabonus per il quale sarebbe concessa una deroga allo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura. In Commissione Finanze della Camera sono stati intanto presentati 300 emendamenti. Forza Italia chiede una proroga a fine giugno per le villette, condivide la soluzione degli F24 per sbloccare i crediti incagliati e propone soluzioni a favore dei redditi bassi.
Gli emendamenti di Forza Italia
Sblocco dei crediti posseduti dalle banche tramite la compensazione con gli F24 con metodo funzionale, frazionabilità del credito e acquisto da parte delle partecipate di Stato. Deroga al blocco di cessione e sconto in fattura per i territori terremotati, terzo settore, rigenerazione urbana e barriere architettoniche. Proroga di tre mesi, dal 31 marzo al 30 giugno 2023, per la conclusione dei lavori con Superbonus al 110% per le villette e le abitazioni Iacp. E possibilità, per i redditi bassi, di usufruire delle detrazioni fiscali maturate per un numero di anni superiore a quello previsto per legge. Sono questi i temi su cui puntano gli emendamenti presentati dai deputati di Forza Italia al dl sulla cessione dei crediti.
“L’approccio di Forza Italia all’esame del decreto che blocca la cessione dei crediti da bonus edilizi è quello responsabile di risolvere le principali criticità, evitando di arroccarsi su proposte assolutamente irrealizzabili”, spiegano in una nota i deputati Erica Mazzetti, Fabrizio Sala, Vito De Palma e Francesco Rubano, della Commissione Finanze.
Il commento di Ance
“Considerando uno stock di crediti fiscali incagliati in capo alle imprese di 19 miliardi di euro gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 32.000 imprese fallite e 170.000 disoccupati in più nel settore delle costruzioni, che raddoppiano se si considera l’indotto”, così la vicepresidente di Ance, Vanessa Pesenti, in audizione presso la commissione Finanze del Senato, sottolineando che “una simile situazione provocherebbe problemi su circa 115.000 cantieri, che si tradurrebbero in altrettanti nuclei familiari in crisi”.
“Si stima – ha spiegato – che 1 miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi, tra unifamiliari e condomini, con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati”. “Appare quindi indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi. La soluzione principale e più efficace è utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati. Si tratta di una misura di carattere straordinario, limitata nel tempo e nella quantità, volta a evitare la crisi di numerose imprese”, sottolinea Ance.