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Nel giorno dell’approvazione dell’autonomia differenziata arrivano dati importanti sull’economia del Sud Italia, diffusi da Svimez. Nel 2023 è la Sicilia a registrare una crescita del Pil pari al 2,2%, il tasso più elevato tra le regioni italiane.

Questo significativo incremento è attribuibile principalmente a dinamiche favorevoli nel settore delle opere pubbliche, che hanno visto un aumento del 60,4%, e degli investimenti pubblici, cresciuti del 26%. Anche il settore industriale ha contribuito alla ripresa economica della regione, con una crescita del 3,4%, invertendo una tendenza di medio periodo alla deindustrializzazione.

Investimenti pubblici: il motore del sud

L’accelerazione del Pil al Sud nel 2023 è stata in gran parte sostenuta dall’aumento degli investimenti pubblici. Questa tendenza ha interessato anche altre regioni del Mezzogiorno, sebbene con variazioni settoriali specifiche. Abruzzo e Molise hanno registrato una crescita del Pil dell’1,4%, seguite da Campania con l’1,3% e Calabria con l’1,2%.

In Abruzzo, la crescita ha coinvolto anche il settore industriale, che ha registrato un aumento del 2%. In Campania, invece, il settore industriale ha subito una riduzione dello 0,7%, ma la regione ha compensato questa flessione con una straordinaria crescita delle esportazioni, che sono aumentate del 29% nel 2023, il tasso più alto a livello nazionale.

La Calabria ha visto un significativo incremento del valore aggiunto nel settore delle costruzioni (+7,4%) e nel terziario (+1,7%), che hanno sostenuto la crescita regionale nonostante un calo del settore industriale del 4,8%.

Performance variegate nel Mezzogiorno

La crescita del Pil è stata più moderata in Basilicata (+0,9%) e in Puglia (+0,7%). La Basilicata ha risentito di un calo dell’industria del 2,7%, un calo più intenso rispetto alla media delle regioni meridionali, ma è stata sostenuta dalla performance positiva del settore delle costruzioni, che ha registrato una crescita dell’8,4%, la più intensa tra le regioni del Sud.

La Puglia ha affrontato una forte caduta del valore aggiunto agricolo, con una flessione dell’8,7%, che ha sottratto oltre tre decimi di punto percentuale alla crescita del Pil regionale nel 2023. Anche il valore aggiunto industriale ha subito una flessione dell’1,2%. Tuttavia, nel complesso del periodo 2019-2023, la Puglia si è distinta come la regione italiana più dinamica, con una crescita del 6,1%.

La Sardegna ha registrato una crescita dell’1,0%, stimolata dal settore delle costruzioni e, soprattutto, dai servizi, che hanno mostrato un incremento dell’1,9%, un settore particolarmente rilevante per l’economia dell’isola data la sua diffusione e il maggior contenuto di valore aggiunto rispetto ad altre realtà meridionali.

I dati Svimez evidenziano come l’aumento degli investimenti pubblici e delle opere pubbliche sia stato un fattore chiave per la crescita economica del Mezzogiorno nel 2023. La Sicilia si pone come capofila di questa ripresa, seguita da altre regioni che, seppur con differenze settoriali, mostrano segnali positivi. Tuttavia, permangono sfide significative, in particolare per quanto riguarda la stabilità e la diversificazione dei settori produttivi, necessarie per sostenere una crescita equilibrata e duratura nel tempo.

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