Il Consiglio regionale della Campania ha respinto la mozione di sfiducia presentata nei confronti del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca. La mozione, avanzata dai consiglieri del centrodestra e sostenuta anche dalla consigliera del gruppo misto Maria Muscarà, ha ricevuto 15 voti favorevoli ma è stata bocciata con 35 voti contrari, tra cui lo stesso De Luca, presente in aula.
Il Presidente della Regione ha potuto contare su una solida maggioranza in aula, compresa la consigliera regionale del Pd Bruna Fiola, che nella precedente seduta si era astenuta sul voto per il terzo mandato del governatore. In questa occasione, Fiola ha deciso di votare contro la mozione di sfiducia, supportando così la posizione della maggioranza.
Le motivazioni dei consiglieri
La mozione di sfiducia era stata firmata dai rappresentanti del centrodestra Stefano Caldoro, Severino Nappi, Cosimo Amente, e da altri membri dell’opposizione, con il sostegno di Maria Muscarà, consigliera del gruppo misto. Tuttavia, Gennaro Cinque (Moderati e riformisti), inizialmente tra i firmatari, ha ritirato la propria firma, sostenendo che la mozione fosse stata “politicamente superata”. Cinque ha motivato la propria decisione, dichiarando: “In relazione ai suoi contenuti e ai suoi tempi, la mozione è stata sottoposta tardivamente al Consiglio ed è superata dall’approvazione della legge sul ‘terzo mandato’ del Presidente”. Il consigliere ha dunque votato contro la mozione.
Il risultato del voto
Il voto ha visto l’assenza di un solo consigliere, Raffaele Maria Pisacane di Fratelli d’Italia, mentre il resto dei firmatari ha votato compatto a favore della mozione. Tra i sostenitori della mozione di sfiducia vi sono stati anche i tre esponenti del Movimento 5 Stelle.
Con questo voto, Vincenzo De Luca si garantisce il sostegno della maggioranza del Consiglio regionale e consolida la sua posizione per l’eventuale terzo mandato. Questo risultato riflette non solo la stabilità della coalizione, ma anche una chiara posizione dei consiglieri a favore della continuità politica alla guida della regione.
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