Un funzionario della Regione Campania è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura distrettuale antimafia di Potenza, che ha portato alla luce un illecito traffico di rifiuti tra l’Italia e la Tunisia. Secondo quanto emerso, nel 2020 sono stati trasferiti nel Paese nordafricano ben 7.891 tonnellate di rifiuti, stipati in 70 container.
Le indagini hanno evidenziato che il funzionario arrestato, insieme ad un altro soggetto attualmente indagato, avrebbe avuto un ruolo di rilievo nel facilitare il traffico illegale di rifiuti attraverso omissioni e condotte ritenute gravi.
L’inchiesta ha coinvolto diversi attori, tra cui intermediari, imprenditori, titolari di aziende di trattamento-recupero, società di intermediazione e funzionari pubblici.
Le indagini
Il traffico di rifiuti, secondo quanto emerso, aveva come tragico epilogo l’incendio, l’abbandono o l’interramento dei rifiuti in Africa. Il tutto sarebbe stato basato su un contratto firmato nel settembre del 2019 a Polla (Salerno) tra una società campana e una tunisina per il trasporto in Africa di 120 mila tonnellate di rifiuti. Nel percorso erano coinvolte anche due ditte di intermediazione, una in Italia e l’altra in Tunisia.
L’avvio del trasferimento dei rifiuti via nave attraverso il porto di Salerno è stato interrotto dopo che un’inchiesta giornalistica televisiva tunisina ha messo in luce l’importazione dei rifiuti, portando prima a degli arresti e poi al blocco delle spedizioni stesse.
Le indagini dei Carabinieri in Italia hanno rivelato l’esistenza di un intricato sistema che ha reso possibile questo traffico illecito, il quale è stato agevolato anche dal rilascio di due autorizzazioni da parte di un ufficio regionale di Salerno della Regione Campania, in relazione alle quali sono indagati i due funzionari regionali.
L’impianto tunisino che ha ricevuto il carico ha subito un incendio che ha distrutto una parte significativa del materiale. Successivamente, i container sono stati riportati in Italia in base a un accordo di cooperazione tra Tunisia e Regione Campania. Tuttavia, i consulenti incaricati di esaminare i rifiuti hanno constatato che la qualità dei rifiuti sequestrati non corrispondeva al codice dichiarato dall’esportatore.
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