L’amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, ha lanciato un chiaro allarme sugli impatti occupazionali derivanti da una potenziale fusione con Unicredit, stimando fino a 6.000 esuberi nel personale della banca. In una lettera indirizzata ai dipendenti, Castagna ha sottolineato che l’offerta presentata da Unicredit non riflette il reale valore di Banco BPM né considera la sua autonomia strategica.
“Un anno straordinario per Banco BPM”
Nel 2024, Banco BPM ha raggiunto risultati significativi, tra cui:
- Il completamento dell’Opa su Anima Holding;
- L’acquisizione del 5% di Mps;
- Il superamento degli obiettivi del piano strategico 2023-2026.
Questi successi, ha evidenziato Castagna, rafforzano la competitività del gruppo, posizionandolo come un player autonomo e solido sul mercato italiano.
Unicredit: rischi per occupazione e autonomia
Castagna ha espresso forte preoccupazione per le sinergie di costo prospettate da Unicredit, che rappresenterebbero un terzo della base costi di Banco BPM. Questo, secondo le stime, si tradurrebbe in oltre 6.000 licenziamenti. L’offerta, ha aggiunto, limiterebbe inoltre l’autonomia strategica del management, compresa la gestione di operazioni cruciali come quella su Anima Holding.
“Rimanere autonomi per crescere”
Banco BPM, che opera nelle aree più dinamiche dell’Italia e dell’Eurozona, rischierebbe di essere diluita in regioni con minore crescita e maggiore rischio geopolitico. “Dobbiamo continuare a crescere da soli, mantenendo la nostra rotta e il nostro focus sugli obiettivi”, ha affermato Castagna, ribadendo che l’offerta di Unicredit non tiene conto del potenziale futuro della banca.
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