La Regione Campania si sta attrezzando per monitorare l’evoluzione di una nuova e misteriosa malattia che sta colpendo la Repubblica Democratica del Congo, con decine di vittime e centinaia di contagi registrati. Lo ha annunciato Vincenzo De Luca, presidente della Regione, che ha dichiarato: “Stiamo predisponendo una struttura presso l’ospedale Cotugno per essere pronti a comprendere come evolve questo virus”. L’iniziativa rappresenta un passo preventivo per gestire eventuali emergenze sanitarie, in collaborazione con le autorità sanitarie nazionali e internazionali.
La decisione arriva mentre nel Congo si moltiplicano i casi di una malattia dai sintomi simil-influenzali, che ha attirato l’attenzione delle autorità sanitarie mondiali per la sua alta letalità e la natura ancora poco chiara.
Il bilancio in Congo: decessi e sintomi preoccupanti
La misteriosa malattia, che presenta sintomi come febbre, tosse, difficoltà respiratorie e anemia, ha causato almeno 79 morti confermati, con ulteriori stime che arrivano fino a 143 decessi. Sono circa 380 le persone infettate, con un’alta incidenza tra bambini sotto i 5 anni, mentre il tasso di mortalità più elevato si registra tra i giovani dai 15 ai 18 anni, un dato insolito e inspiegabile secondo i medici.
Le autorità sanitarie locali hanno avviato le indagini, prelevando campioni dai pazienti per analizzarne il patogeno. Tuttavia, i tempi di risposta sono rallentati dalle difficoltà logistiche: i campioni devono essere inviati a laboratori a centinaia di chilometri di distanza. Secondo Jean Kaseya, a capo dell’Africa Centers for Disease Control and Prevention, “i primi dati suggeriscono che si tratti di una malattia respiratoria, ma non conosciamo ancora il patogeno e i meccanismi di trasmissione”.
Alcuni esperti ipotizzano che possa trattarsi di una polmonite atipica causata da Mycoplasma, un batterio che attacca il sistema respiratorio e provoca anemia autoimmune come complicazione. Altri suggeriscono una possibile zoonosi, data la localizzazione dei casi in un’area rurale.
Una gestione complessa in un’area fragile
L’epidemia è scoppiata nella provincia di Kwango, nel sud-ovest del Congo, una zona rurale di difficile accesso, dove le infrastrutture sanitarie sono carenti e la malnutrizione colpisce circa il 40% della popolazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inviato un team di esperti per supportare le indagini e fornire aiuti sanitari, mentre alle comunità sono state raccomandate misure preventive come lavarsi le mani, evitare contatti stretti e non toccare i corpi delle vittime.
Nonostante la gravità della situazione, c’è un cauto ottimismo sulla possibilità di contenere l’epidemia a livello locale, anche grazie al dispiegamento di risorse internazionali. Tuttavia, la crisi sanitaria si inserisce in un contesto già difficile: il Congo sta affrontando un’epidemia di vaiolo delle scimmie, con 14.500 casi registrati tra gennaio e luglio 2024, e ha un passato segnato da ricorrenti focolai di Ebola.
In Campania, la decisione di attivare un monitoraggio presso l’ospedale Cotugno testimonia la volontà di prevenire possibili scenari critici, sottolineando l’importanza di una risposta tempestiva e coordinata di fronte a nuove minacce globali.