Una notizia che scuote il settore automobilistico: Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha rassegnato le dimissioni prima della naturale scadenza del mandato, prevista per il 2026. La decisione è stata presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione del gruppo automobilistico, segnando una svolta imprevista per il colosso nato dalla fusione tra PSA e FCA nel 2020.
Un leader controverso: il bilancio della gestione Tavares
Tavares, figura chiave nella creazione di Stellantis e nella rinascita di PSA e Opel, ha guidato il gruppo in una fase di profonde trasformazioni, ma negli ultimi mesi sono emerse divergenze insanabili con il CdA. Secondo Henri de Castries, consigliere indipendente del board, “il successo di Stellantis si è basato su un perfetto allineamento tra azionisti, consiglio e AD. Tuttavia, nelle ultime settimane, sono emerse vedute differenti che hanno portato alla decisione di oggi”.
Lo scontro con i manager interni, i malumori nei confronti della strategia di contenimento dei costi e le tensioni con i governi europei, in particolare quello italiano, hanno alimentato le difficoltà di Tavares, che si era recentemente scontrato duramente in Parlamento.
Il futuro di Stellantis: Elkann al comando e nuovo AD entro il 2025
In attesa di un nuovo CEO, il presidente John Elkann guiderà un comitato esecutivo creato ad hoc per garantire la continuità operativa. Elkann ha sottolineato: “Siamo grati a Carlos per il suo impegno e il suo ruolo nella creazione di Stellantis. Intendo lavorare con il comitato esecutivo ad interim per completare la transizione senza ritardi, assicurando la puntuale attuazione della strategia aziendale”.
Il processo di selezione del successore, che si concluderà entro la metà del 2025, ha già scatenato un toto-nomine, con nomi come Luca De Meo, AD di Renault, e Olivier Francois, manager interno di Stellantis, tra i papabili.
Reazioni politiche e sindacali: richieste di chiarezza
Le dimissioni di Tavares hanno acceso il dibattito politico. Tommaso Foti (FdI) ha accolto positivamente la notizia delle dimisioni del CEO, “Era ora che Tavares se ne andasse. Elkann venga in Parlamento a spiegare il futuro di Stellantis” ha dichiarato.
Antonio Misiani del Partito Democratico si è invece espresso con preoccupazione riguardo al futuro dell’azienda: “La crisi di Stellantis richiede un piano industriale all’altezza. Serve chiarezza sul futuro degli stabilimenti”.
Duro Carlo Calenda (Azione): “Non rimpiangeremo Tavares. Ora Elkann deve spiegare come affrontare la crisi”.
Anche i sindacati si sono fatti sentire, con la Fim Cisl che chiede investimenti strategici in Italia e garanzie per la tenuta occupazionale, mentre il M5S e altre sigle politiche insistono sulla necessità di un confronto diretto con Elkann.
Borsa e stabilimenti in allarme
Le incertezze sul futuro hanno colpito Stellantis in Borsa: il titolo ha perso quasi il 9%, toccando i livelli più bassi dal luglio 2022. L’instabilità non aiuta a rassicurare i lavoratori degli stabilimenti italiani, già alle prese con commesse in calo e cassa integrazione.
Il cammino verso il rilancio passa ora dalla nomina del nuovo AD e dalla capacità del gruppo di affrontare le sfide globali, bilanciando innovazione, occupazione e competitività.
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