lavori asfaltro, carenza di materie prime per le imprese

Gli imprenditori edili invocano misure per calmierare i prezzi delle materie prime e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese, altrimenti tutti i cantieri rischiano di fermarsi. Su tutti aleggia l’ombra della crisi dei prezzi, conseguenza della guerra che infiamma in Ucraina. I materiali da costruzione rientrano nella lunga lista di beni che nelle ultime settimane hanno subito dei rincari da capogiro. E così i cantieri rischiano il blocco.

Cantieri edili. Asfalto. Interventi di ordinaria manutenzione.

Acciaio, bitume, alluminio sono irreperibili se non a costi insostenibili secondo Ance. “Senza acciaio per fare un solaio, un pilastro, una struttura prefabbricata, non si lavora. Di fatto molti materiali sono completamente irreperibili, quali l’acciaio di qualunque tipo o l’alluminio per poi passare alle materie derivate dal petrolio quali il bitume che ha raggiunto quota +600% nell’ultima settimana sospendendo tutti i lavori stradali d’Italia”.

“In queste condizioni, continuare a lavorare è quasi impossibile. Resistiamo ancora per qualche giorno, per permettere ai clienti di chiudere i cantieri“, spiega l’amministratore delegato di Milano Bitumi, Giorgio Mainini. “Ma il problema è ben più vasto di qualche buca da tappare con l’asfalto. Ci sono infatti le scuole pubbliche da riqualificare, opere pubbliche da completare e via dicendo”.

In attesa dei prossimi provvedimenti del governo, l’intero comparto auspica un intervento da Roma che consenta un adeguamento dei costi definiti nelle gare. Perché il problema, oltre che sostanziale, è pure formale. La legge vieta infatti alle aziende che vincono bandi pubblici di ritoccare le cifre pattuite, neppure in caso di emergenze come quella attuale. E così le imprese non possono più permettersi di lavorare.

Rischio chiusura attività

Di fronte a una situazione di questo tipo – osservano gli edili – l’azienda si trova stretta in una morsa che può essere mortale. L’imprenditore davanti a sé ha due strade: decidere di continuare a lavorare, rispettando il contratto, oppure bloccare le attività. Nel primo caso si aprirebbe la strada ad una lenta agonia che potrebbe portare al fallimento, nel secondo si andrebbe incontro a diffide e cause legali da parte del committente. A ciò si aggiunge che il ricorso alla cassa integrazione non è possibile dato che l’aumento, anomalo e improvviso, dei prezzi non rientra tra le cause che permettono di accedere all’istituto previsto dalla legge per superare temporanee situazioni di difficoltà.

Negli ultimi giorni i prezzi dei materiali di costruzione, che già erano raddoppiati nell’ultimo anno, sono ulteriormente schizzati. A peggiorare ulteriormente le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne.