Nel quadro delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate stanno lavorando congiuntamente allo sviluppo di un nuovo strumento di controllo: il cosiddetto Evasometro. L’annuncio è stato fatto nel mese di aprile nel corso di un’audizione in Commissione Finanze e Tesoro del Senato, all’interno dell’indagine conoscitiva sul magazzino della riscossione.
Si tratta di un sistema ancora in fase di progettazione, ma che si inserisce chiaramente nell’evoluzione degli strumenti di incrocio dati e analisi del rischio già in uso da parte dell’amministrazione finanziaria. L’obiettivo principale è quello di intercettare contribuenti con pendenze rilevanti nei confronti del Fisco, i quali risultano allo stesso tempo titolari di importanti disponibilità finanziarie, in particolare su conti correnti esteri.
Il progetto è affidato all’Unità integrata permanente di analisi del rischio (UIPAR), formata da tecnici della Guardia di Finanza e funzionari dell’Agenzia delle Entrate. La metodologia si basa sull’utilizzo esteso di dati finanziari nazionali e internazionali, resi disponibili grazie allo scambio automatico di informazioni tra Stati, previsto dal Common Reporting Standard.
L’Evasometro non si limiterà ai conti esteri. Anche i conti correnti italiani saranno oggetto di analisi più serrata, attraverso un potenziamento dell’attività sull’Archivio dei rapporti finanziari, che registra saldi, movimenti e giacenze. La Guardia di Finanza ha chiesto ufficialmente che tali informazioni vengano trasmesse su base mensile e non più annuale, al fine di garantire dati tempestivi per l’analisi del rischio evasione.
Sebbene l’Evasometro sia ancora una prospettiva futura, si colloca in una linea di continuità con strumenti già operativi come l’Anonimometro, introdotto nel 2023. Questo algoritmo, già in uso dall’Agenzia delle Entrate, incrocia i dati bancari con oltre 200 banche dati pubbliche, nel rispetto delle normative sulla privacy. Quando emergono incongruenze tra disponibilità finanziarie e redditi dichiarati, possono partire verifiche fiscali approfondite.
Resta inoltre in vigore il Redditometro, rivisto nel 2024, che consente accertamenti sintetici basati sul confronto tra redditi dichiarati e spese sostenute dal contribuente, allo scopo di individuare scostamenti rilevanti tra tenore di vita e capacità contributiva.
Il fine ultimo dell’Evasometro, come degli altri strumenti in uso, è chiaro: ottimizzare le risorse e indirizzare le verifiche verso le situazioni di maggiore gravità fiscale, aumentando l’efficienza dell’azione di contrasto all’evasione, uno dei principali nodi strutturali del sistema tributario italiano.
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