Secondo le stime preliminari diffuse dall’ISTAT, nel mese di aprile 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 2,0% su base annua, in lieve accelerazione rispetto al +1,9% di marzo.
A determinare questo moderato incremento sono soprattutto le pressioni al rialzo su alcuni comparti strategici. In particolare, si osserva una forte crescita dei prezzi degli energetici regolamentati, che salgono dal +27,2% al +32,9% su base annua. Al tempo stesso, i Servizi relativi ai trasporti passano da +1,6% a +4,4%, contribuendo in modo significativo all’innalzamento del tasso d’inflazione, anche per effetto di dinamiche stagionali.
Anche il comparto alimentare ha esercitato un impatto rilevante. I prezzi degli alimentari non lavorati aumentano dal +3,3% al +4,2%, mentre quelli dei lavorati passano da +1,9% a +2,3%. Complessivamente, il cosiddetto “carrello della spesa” — che comprende beni alimentari, per la cura della casa e della persona — registra un’accelerazione dal +2,1% al +2,6%.
Sul fronte opposto, si segnala una netta inversione di tendenza per gli energetici non regolamentati, che da un lieve aumento del +0,7% in marzo passano a una flessione del -2,9%, esercitando un effetto calmierante sull’indice generale. Anche i prezzi dei tabacchi rallentano, pur mantenendosi in crescita, passando da +4,6% a +3,4%.
Un elemento rilevante dell’attuale quadro inflazionistico è l’inflazione di fondo, ovvero quella calcolata al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che aumenta dal +1,7% al +2,1%, segnalando una tensione sottostante dei prezzi più generalizzata. Parallelamente, anche l’inflazione al netto dei soli beni energetici sale dal +1,8% al +2,2%.
Si evidenzia inoltre una differenziazione crescente tra beni e servizi: mentre la crescita dei prezzi dei beni si attenua, passando dal +1,5% al +1,1%, quella dei servizi si accentua, passando dal +2,5% al +3,0%. Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia a +1,9 punti percentuali, rispetto a +1,0 del mese precedente.
Nel confronto mensile, l’aumento dell’indice generale è sostenuto soprattutto dai Servizi relativi ai trasporti (+3,4%) e da quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,7%), entrambi influenzati da componenti stagionali. Anche gli alimentari contribuiscono all’aumento mensile, con variazioni positive sia per i non lavorati (+0,7%) sia per i lavorati (+0,5%). Tuttavia, il calo dei prezzi degli energetici, sia regolamentati (-6,0%) che non regolamentati (-5,3%), ha in parte limitato la crescita su base mensile.
L’inflazione acquisita per il 2025 sale al +1,5% per l’indice generale e al +1,6% per la componente di fondo, indicando che, anche in assenza di ulteriori aumenti nei prossimi mesi, questi sarebbero i valori minimi dell’inflazione annua a fine anno.
Infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che tiene conto anche delle variazioni legate ai saldi stagionali, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e una variazione tendenziale del +2,1%, stabile rispetto a marzo.
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