Ci sono indicazioni dalle imprese su un possibile indebolimento della domanda per il primo semestre del 2023. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi presentato oggi a Milano secondo il quale “l’adeguatezza della propria capacità produttiva, il grado di utilizzo degli impianti e le condizioni di accesso al credito forniscono indicazioni compatibili con una fase di potenziale indebolimento della domanda”.
Manifattura ed energia
Le criticità in grado di condizionare l’attività d’impresa nel primo semestre 2023 – sottolinea l’Istituto – sono legate soprattutto per la manifattura ai rincari energetici (oltre i due terzi delle imprese) e all’aumento dei prezzi dei beni intermedi.
I costi di approvvigionamento dei beni intermedi, a loro volta, sono avvertiti come potenziale difficoltà, oltre che nella farmaceutica, anche nella stampa e in diversi settori tipici del modello di specializzazione italiano: alimentari, bevande, pelli, apparecchi elettrici.
Servizi
Per le aziende che operano nei mezzi di trasporto e negli autoveicoli la disponibilità, più che il prezzo, dei beni intermedi costituisce un problema per oltre tre quarti delle imprese. Anche nei servizi, le criticità previste per il primo semestre 2023 riguardano in larghissima misura i rincari energetici, (circa i due terzi delle imprese) e quelli dei beni intermedi (oltre la metà). A differenza della manifattura un terzo delle unità del terziario prevede serie limitazioni nel reperire forza lavoro adeguata. in particolare per le attività a più elevato contenuto di conoscenza e per quelle legate al turismo.