Nicola Ricci segretario campania cgil

Nicola Ricci è stato riconfermato segretario generale della Cgil Campania. A eleggerlo, con l’83% dei consensi, l’assemblea generale al termine del dodicesimo congresso che si è svolto alla Stazione Marittima di Napoli. Al riconfermato segretario abbiamo chiesto un commento sulla sua rielezione, sugli obiettivi da percorrere e sull’attualità.


Segretario è stato rieletto a grande maggioranza. Cosa si sente di dire agli iscritti?
“Con questa riconferma va avanti il progetto di rilancio della Cgil dopo gli anni del commissariamento e della crisi economica. Ringrazio tutti coloro che mi hanno mostrato fiducia e affetto”. 

Quali saranno gli obiettivi del suo nuovo mandato?
“Gli obiettivi interni saranno funzionali al congresso nazionale di Rimini. Gli obiettivi di natura politica riguardano il rapporto con la Regione Campania per realizzare un piano per il lavoro coinvolgendo tutte le parti sociali. Bisogna utilizzare al meglio il Pnrr e puntare anche sul turismo. L’interlocuzione con la Regione anche sulla scuola per la quale concordiamo contro ogni tipo di ridimensionamento già previsto nello scorso governo. La Campania ne soffrirebbe di più visto già l’alto tasso di dispersione. Altro tema da affrontare sono i trasporti in tutta la Campania. Noi chiediamo incontri a De Luca e siamo pronti a collaborare su Pnrr, sanità, sociale, lavoro e politiche attive del lavoro”. 

Nel 2022 ci sono stati oltre mille morti sul posto di lavoro. Come si può risolvere la tragedia delle morti bianche?
“Serve una legislazione più chiara ed incisiva. Certezza della pena. Penso anche ad un sistema incentivante per le imprese che rispettano tutte le norme di sicurezza e fanno formazione. Occorre un grande piano di assunzione per Inail e ispettori del lavoro. Sulla questione siamo preoccupati che il governo Meloni voglia rivedere la legge su appalti e subappalti”.  

Cosa ne pensa lei del salario minimo?
“La Cgil è disponibile a parlarne fermo restando il contratto nazionale. Oggi ci sono forme di lavori precarie al di sotto di limiti contrattuali. Il salario minimo sì ma non inferiore ai contratti nazionali”. 

È d’accordo col governo che vuole limitare il reddito di cittadinanza?
“No. Pensiamo che vada rivisto alla luce del fatto che doveva portare al lavoro. Oggi nel Sud non ci sono queste condizioni, ma non può essere abolito perché è una risposta alle esigenze di tante persone in difficoltà. Su 900mila percettori la gran parte sono realmente bisognosi. In Campania l’età media dei percettori è over 52 ed è difficile da collocare. Inoltre c’è un grado di istruzione basso difficilmente conciliabile con la transizione tecnologica. Siamo pronti a parlare col governo per trovare le migliori soluzioni”. 

Come si può coniugare sostegno alle fasce deboli, incentivi al lavoro e lotta alla truffe?
“Le truffe si combattono integrando le banche dati. Anche qui serve fare assunzioni per integrare il personale addetto. Oggi si fanno controlli a campione. È impossibile pensare di controllare tutti. Condanno ogni tuffa ma il provvedimento serve”. 

In questi giorni il tema caldo è quello delle Autonomie regionali. Si temono svantaggi per il Sud. Qual è il suo commento?
“Questo governo ha fatto un’operazione anti costituzionale. Si tratta di un contratto tra Stato e Regioni esautorando il Parlamento. Se passa il principio della spesa storica, il Sud viene penalizzato. La questione si riflette anche su sanità e scuola.. La discussione del governo in cabina di regia sui Lep non ci convince. La Cgil è pronta a scendere in piazza aprendo le porte a tutti per tutelare il Sud. Abbiamo invitato tutti i parlamentari del Sud di ogni colore a fare la propria parte per evitare di spaccare il Paese”.

di M.Alt