Lagarde Bce Tassi d'Interesse - inflazione

Gli indici PMI (Purchasing Managers’ Index) dell’eurozona di novembre, nella lettura preliminare, segnalano una situazione economica debole per il settore manifatturiero e dei servizi, aumentando le preoccupazioni sui mercati finanziari. L’indice manifatturiero si attesta a 45,2 punti, inferiore alle stime di 46, mentre il PMI dei servizi scende a 49,2 punti, deludendo le aspettative di 51,6. Entrambi i valori indicano una contrazione delle attività economiche (soglia sotto i 50 punti).

Effetti sui mercati: l’euro ai minimi e tagli dei tassi BCE all’orizzonte

L’euro è sceso ai minimi da novembre 2022, toccando quota 1,042 sul dollaro, con una perdita dello 0,5%. La debolezza della moneta unica è amplificata dai timori per la tenuta dell’economia dell’area euro e dal clima di incertezza globale, accentuato dalla recente vittoria di Donald Trump alle elezioni americane.

Sul fronte dei tassi d’interesse, i trader attribuiscono una probabilità del 50% a un possibile taglio di 50 punti base da parte della Banca Centrale Europea (BCE) nella riunione di dicembre. Un intervento che rispecchierebbe la necessità di stimolare l’economia dell’Eurozona, duramente colpita dal rallentamento.

Impatto sui rendimenti dei titoli di Stato

La prospettiva di un’azione più accomodante della BCE ha avuto un impatto immediato sui mercati obbligazionari:

  • Il BTP italiano registra una riduzione dei rendimenti di 6 punti base, scendendo al 3,5%.
  • Il Bund tedesco, considerato un punto di riferimento in Europa, cede 7 punti base, attestandosi al 2,24%.

Recessione in vista? La debolezza tedesca pesa

A peggiorare il quadro economico è la revisione al ribasso del Pil tedesco per il terzo trimestre, che ha evidenziato una contrazione dello 0,1%, alimentando i timori di una recessione in arrivo per l’intera area euro.

Con i dati PMI che confermano il rallentamento economico, cresce la pressione sulle istituzioni europee per adottare misure volte a sostenere la crescita.


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