Pnrr. Il totale è di 222,1 miliardi di euro: 191,5 miliardi di euro stanziati dall’Ue più altri 30,6 miliardi di euro approvati dal governo italiano come fondo complementare. Sono queste le cifre impressionanti che riguardano il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). L’Italia è lo Stato che beneficia del sostegno maggiore in Europa per affrontare il post pandemia, risollevare e rimodernare il Paese e ridurre il divario Nord-Sud.
Le sei ‘missioni’
Nello specifico le risorse Ue, 68,9 miliardi di euro a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro di prestiti, sono ripartite in sei missioni: 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi di euro; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi di euro; 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi di euro; 4) Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi di euro; 5) Inclusione e coesione – 19,81 miliardi di euro; 6) Salute – 15,63 miliardi di euro.
Alle regioni del Sud è destinata una quota minima del 40% dell’investimento complessivo. L’erogazione dei fondi è vincolata alla realizzazione dei progetti e l’Italia sta procedendo nella direzione giusta. Come ha riferito il premier dimissionario Mario Draghi nel suo ultimo discorso al Senato “tutti gli obiettivi relativi al Pnrr degli ultimi 2 semestri sono stati centrati per finanziamenti pari a circa 40 miliardi di euro. Per fine anno bisogna portare a termine decine di altri progetti che valgono ulteriori 20 miliardi di euro”. Una marcia importante certificata anche dalla Corte dei Conti. Ma a suscitare non poche preoccupazioni è la caduta del governo.
Dopo le elezioni del 25 settembre c’è bisogno che il nuovo esecutivo si insedi in tempi rapidi per affrontare le emergenze in corso, approvare la legge di bilancio e dare seguito al Pnrr.
Pioggia di finanziamenti fino al 2026
Il piano, al netto di prolungamenti legati alla pandemia ed alla guerra, va completato entro il 2026. Ciò richiede un lavoro costante e qualificato per non perdere neanche un euro dei fondi europei, cosa che purtroppo è già accaduta negli anni scorsi nel nostro Paese. L’attuazione del Pnrr vede protagonisti anche gli enti territoriali. Ai progetti ministeriali, infatti, si affiancano pure i cosiddetti “Progetti bandiera delle Regioni”. L’idea nasce per incentivare il protagonismo territoriale nell’attuazione del Pnrr.
Campania protagonista
Ad ogni Regione è stato chiesto di individuare progetti di particolare rilevanza strategica per il proprio territorio ed in Campania la scelta si è focalizzata su “Azioni integrate per il monitoraggio ambientale”. Ma non solo. Le Regioni sono protagoniste anche per il completamento di opere e progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Ammontano a 4,3 miliardi di euro i fondi del Pnrr aggiuntivi che in Italia saranno utilizzati per tale obiettivo ed il grosso del finanziamento sarà impiegato al Sud Italia: 1,9 miliardi, circa il 43% del totale. Lo stanziamento aggiuntivo servirà per finanziare in totale 2.325 opere in 645 comuni italiani.
La Campania è la regione che ha intercettato più fondi: 489.039.248 euro e 228 progetti. In totale per la Campania il Pnrr prevede uno stanziamento di 17,29 miliardi di euro. Di questi 4,27 miliardi di euro sono a fondo perduto e 13,02 miliardi di euro sono prestiti. A tale cifra si aggiungono altri 6,14 miliardi di euro del fondo complementare governativo. L’obiettivo regionale è superare il 15% di completamento degli investimenti per la fine del terzo trimestre del 2022.
M. Alt.