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Spendere i soldi stanziati dal PNRR pare non essere così semplice: il Governo arranca nel completare gli obiettivi previsti dalla terza tranche, mettendone a rischio l’effettiva erogazione, circa 19 miliardi di euro. 

Cos’è il PNRR?

Il PNRR è il piano di investimenti presentato dal Governo italiano e approvato dall’Unione Europea, che ha destinato nel 2020 ben 222,1 miliardi di euro dei fondi del Next Generation EU. Si tratta di progetti e riforme calendarizzate in un arco temporale di 5 anni per riparare ai danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana. L’Italia è stata la principale beneficiaria in Europa di queste risorse ma, per avere la liquidazione dei fondi, deve dimostrare semestralmente di aver raggiunto i risultati stabiliti, pena il mancato invio della successiva rata di finanziamento.

A che punto siamo con la terza tranche?

Per fine anno, l’Italia avrebbe dovuto completare 55 obiettivi: ad oggi, solo 21 sono stati raggiunti. Una delle principali scadenze riguarda il mondo della giustizia, con il completamento della riforma del processo civile e penale e della normativa sull’insolvenza, oltre che la legge annuale sulla concorrenza e i decreti legislativi da adottare nei settori rilevanti per consentire l’attuazione del PNRR. Di 153 decreti previsti, solo il 35% è stato adottato.

I motivi del ritardo

“Il Next Generation EU è evidente che non è più sufficiente, perché non poteva tenere conto dell’impatto della guerra in Ucraina sulle nostre economie” queste le parole della premier Giorgia Meloni. In effetti, è un dato di fatto che il piano di interventi è stato stilato prima della tempesta perfetta che ha portato in poco tempo ad un aumento del costo delle materie prima e dell’energia, ad un’inflazione e ad una crescita sicuramente rallentata. E’ anche vero, però, che si stanno facendo sentire alcune debolezze tipiche del nostro Paese, in primis la lentezza della macchina burocratica, ma anche un’innegabile difficoltà da parte degli enti locali a pianificare e rispettare traguardi e scadenze.

Cosa si può fare?

L’idea è quella di avanzare una richiesta alla Commissione Europa di revisione del PNRR, destinando più risorse alla questione energetica: un’ipotesi che è stata prevista dal regolamento sul Next Generation che, all’articolo 21, prevede la possibilità di modificare o rifare completamente il Piano in presenza di “circostanze oggettive”. Circostanze che dovranno essere valutate prima dalla Commissione e poi dal Consiglio Europeo. 

Per il momento, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti rassicura sul raggiungimento delle 55 scadenze al 31.12: l’Italia di certo non può permettersi di perdere questa grandissima opportunità di rinascita.

di Serena Lena