Sono 120 le interdittive anti mafia emesse nei primi sei mesi del 2024. Un totale di 20 ogni mese in media. È questo il bilancio dell’attività della Prefettura di Napoli presentato a Palazzo di Governo con i vertici delle forze dell’ordine, amministratori locali e componenti del settore giustizia. Nello specifico i provvedimenti sono 34 per la sola città partenopea e 86 nell’intero territorio della provincia. Quest’ultime sono suddivise nel seguente modo: 42 per la provincia meridionale (Pompei, Castellammare, penisola sorrentina); 23 per la provincia settentrionale (area di Giugliano); 18 per la provincia orientale (area nolana); 3 per la provincia occidentale (area flegrea ed isole). Per le isole attenzione particolare è posta sulla regolarità delle attività di ricostruzione ad Ischia. Ed è proprio il settore delle costruzioni quello maggiormente interessato dai provvedimenti interdittivi. A seguire sono nell’ordine consulenze e servizi, onoranze funebri, gestione rifiuti, alimenti, trasporti, agricoltura, carburanti e strutture alberghiere. Un totale di fatturato di poco meno di 50 milioni di euro nei primi sei mesi del 2024 per le imprese interdette.
“Si tratta di dati rilevanti – dice il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, – che sono frutto di diversi accessi in cantieri dove abbiamo riscontrato una serie di diffuse illegalità. Questo lavoro indica che le imprese destinatarie di interdittive anti mafia non perseguono attività di libera concorrenza. Queste opacità vanno tolte. Bisogna però sottolineare che a fronte di 120 interdittive anti mafia, ci sono migliaia di altre imprese che sono in regola ed iscritte alla white list. A sostegno della legalità – prosegue il Prefetto – sono stati firmati dei protocolli ed altri saranno posti in essere con imprese e associazioni di categorie. Gli ambiti sono diversi, tra questi costruzioni, servizi e logistica”.
di M.Ola
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