Contante

L’uso del denaro contante è al centro del dibattito governativo e del tessuto economico nazionale. Si tratta di uno dei temi su cui il governo Meloni intende intervenire a breve. Si è parlato inizialmente di un tetto al contante di 10mila euro ma le ultime voci sembrano indirizzarsi verso una soglia di 5mila euro in scia con la media europea. In pratica l’uso del contante doveva ridursi ed invece sarà esteso.

Da 2mila e 5mila euro

Il provvedimento della scorsa primavera ha infatti previsto che dal 2023 il limite per il cash diminuisse dagli attuali 2mila euro (fissato nel 2020) a mille euro. Ora invece si punterebbe ad alzare sensibilmente la soglia. Il tema in Italia è sempre stato discusso e le regole sono cambiate spesso così come è avvenuto con i governi.

Il trend storico

Stare dietro alle variazioni della soglia del contante in Italia, infatti, non appare un’operazione facile. Una vera e propria altalena. Ecco qualche passaggio andando a ritroso fino alla lira. Nel 2016 il tetto al contante era di 3mila euro; nel 2011 prima di 2500 euro e poi calato a mille euro; nel 2010 era di 5mila euro (come probabilmente sarà nel 2023); nel 2008 era prima di 5mila e poi esteso a 12500 euro; nel 2002 era di 12500 euro; nel 1991 fu fissato a 20milioni delle vecchie lire.

La situazione nel resto d’Europa

Ma qual è la strategia promossa dagli altri Paesi in materia di tetto al contante? Un tema che in Europa trova gestioni diverse da parte dei singoli governi. Tra gli Stati membri la media del limite all’uso è di 5.300 euro, ma ci sono situazioni agli antipodi. Si passa dalla totale assenza di un tetto in ben nove Paesi (Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi) a casi come quello della Grecia dove il limite è fissato a soli 500 euro. In Francia e Spagna il limite del contante è fissato a mille euro.

di M. Alt