Stamane, il sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga e il suo vice Luigi Belcuore sono stati posti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli. L’accusa è gravissima: voto di scambio politico-mafioso con la partecipazione del clan Giugliano, una delle organizzazioni criminali locali più influenti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il clan, guidato dal boss Rosario Giugliano, avrebbe manipolato le elezioni amministrative del settembre 2020 per favorire la candidatura di Falanga. In cambio, il sindaco e il suo vice avrebbero promesso appalti pubblici e assunzioni legate ai lavori per la metanizzazione e la ristrutturazione del cimitero.
Un ruolo centrale nell’inchiesta è ricoperto da Franco Carillo, descritto dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) come l’intermediario tra la politica e la camorra. Carillo avrebbe anche fatto eleggere la sorella e garantito la vittoria di Falanga al primo turno, assicurando che una parte degli appalti pubblici fosse destinata al clan Giugliano.
Secondo i carabinieri, Carillo avrebbe incontrato il boss Rosario Giugliano, che era appena stato scarcerato, per consolidare l’accordo criminale. Belcuore, divenuto vicesindaco con delega ai lavori pubblici, avrebbe fatto in modo di dirottare gli appalti verso ditte vicine alla sua famiglia, sfruttando il ruolo conquistato grazie all’influenza della camorra.
Le indagini hanno rivelato che il clan Giugliano avrebbe agito con forza, intimidendo la cittadinanza e sabotando i candidati rivali per favorire l’elezione di Falanga, che ottenne il 57,93% dei voti contro il 42,07% del candidato di centrosinistra Giuseppe Annunziata.
L’inchiesta continua, e ulteriori sviluppi sono attesi per fare luce sull’entità delle relazioni tra la politica e la criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica a Poggiomarino.
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