Meta

Vi sarete sicuramente accorti che da giovedì sera, molte delle pubblicazioni su Instagram come post, Stories e Reel, non hanno audio a causa della rimozione da parte di Meta, l’azienda che gestisce i social network Facebook e Instagram, del diritto d’autore delle canzoni. 

Ciò è accaduto a causa del mancato accordo di licenza con la Società Italiana degli Autori ed Editori, la SIAE, l’ente pubblico italiano che tutela il diritto d’autore e la proprietà intellettuale, che rappresenta quasi tutte le canzoni protette dal copyright. Questo significa che le persone, le aziende e gli artisti non possono utilizzare le canzoni per accompagnare i loro post, Stories e Reel su Instagram o Facebook. Molti dei contenuti pubblicati nei giorni scorsi, infatti, sono stati privati dell’audio e accompagnati dall’avviso “Questa canzone non è al momento disponibile”. Su Facebook, invece, i video che contenevano canzoni sono stati completamente rimossi. Una notizia non proprio felice per tutti i cantanti da camera e ballerini improvvisati che rischiano di vedersi bloccati ogni volta che mettono su un po’ di musica sulle loro storie social.

Il ruolo della Siae

La raccolta dei diritti d’autore è la modalità che permette agli artisti di essere pagati ogni volta che le loro opere vengono utilizzate da terzi, ad esempio quando una canzone viene trasmessa in radio, suonata in un locale, usata per uno spot pubblicitario o aggiunta in un video su YouTube. La SIAE, quindi, ha un ruolo di intermediario tra gli autori delle canzoni e chi vuole utilizzarle, raccogliendo i proventi per i diritti d’autore e ripartendoli tra gli artisti, gli autori e gli editori. La somma che un utilizzatore deve pagare per sfruttare i diritti d’autore viene calcolata in base al bacino di utenza, ad esempio una radio nazionale paga molto di più rispetto a una radio locale perché ha più ascoltatori.

Il disaccordo tra Meta e Siae

Proprio l’individuazione del pubblico, ovvero la stima di quante persone ascoltano una canzone protetta dal copyright, è stata una delle ragioni del mancato accordo tra SIAE e Meta, che stavano negoziando per rinnovare la licenza di utilizzo delle canzoni, scaduta il primo gennaio 2023. Fino allo scorso anno, infatti, Meta pagava a SIAE una quota forfettaria annuale per sfruttare i diritti, senza fornire i dati precisi di ascolto.

Oggi, la SIAE vuole far valere le regole contenute nella direttiva sul copyright approvata nel 2019 dal Parlamento europeo e recepita dall’Italia alla fine del 2021, che obbliga chi utilizza i diritti a fornire agli autori e agli artisti informazioni sullo sfruttamento delle opere, compresi i guadagni ottenuti con i contenuti in cui sono riprodotte. La SIAE sostiene di aver trovato accordi di questo tipo con altre piattaforme come YouTube e TikTok, mentre Meta ha dichiarato di aver raggiunto un accordo forfettario con gli enti che tutelano i diritti d’autore in altri 150 paesi nel mondo.

Non ci resta che aspettare e, nel frattempo, continuare a cantare sotto la doccia!

di Serena Lena