Il debito pubblico italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 3.000 miliardi di euro nel mese di novembre 2024. Lo certifica la Banca d’Italia, che attribuisce l’aumento all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro, cresciute di 20,9 miliardi rispetto al mese precedente, e al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, pari a 3,2 miliardi. Un vero e proprio disastro che però non trova lo spazio che meriterebbe nel dibattito nazionale.
Nel complesso, il debito è aumentato di 23,9 miliardi, raggiungendo la cifra di 3.005,2 miliardi. Tuttavia, Bankitalia sottolinea che il debito pubblico va valutato non solo in termini nominali, ma anche in relazione alla capacità del Paese di gestirlo. “Il debito pubblico in termini nominali presenta solitamente variazioni al rialzo nel corso dell’anno, mentre le riduzioni sono più rare e si verificano nei mesi in cui si concentrano le principali scadenze tributarie,” ha precisato l’istituto.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso fiducia sulla gestione del debito. “Quello che ci conforta è che l’Italia è uno dei pochi Paesi che ha realizzato un piano strutturale di rientro, tempestivamente approvato e condiviso dall’Unione Europea. Siamo sulla strada giusta,” ha dichiarato Giorgetti. Tuttavia, ha riconosciuto che sarebbe stato opportuno intraprendere un approccio simile in passato per evitare l’accumulo dell’attuale debito.
Sul fronte delle entrate, la Banca d’Italia ha evidenziato che a novembre 2024 le entrate tributarie dello Stato sono state pari a 51,7 miliardi, in leggero calo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nei primi undici mesi del 2024, però, le entrate tributarie hanno raggiunto 504,3 miliardi, con un aumento del 5,0% (24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2023.
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