“La digitalizzazione delle imprese nel Mezzogiorno”, è il convegno che si è tenuto in Camera di Commercio a Napoli organizzato da SI IMPRESA, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Napoli, insieme con Istat, nel quadro delle attività della rete Enterprise Europe Network ed in stretta sinergia con il PID – Punto Impresa Digitale. Un’occasione per tracciare un’analisi dell’impatto dell’aumento della digitalizzazione, amplificato dalla situazione di emergenza sanitaria dovuta al Covid, sull’economia italiana ed in particolare nello scenario produttivo del Mezzogiorno.
Oltre al divario storico tra Nord e Sud, vi è anche una marcata disparità tra le città, in alcuni casi incubatori di innovazione e centri di vivacità economica, e le aree rurali, caratterizzate dallo spopolamento e da una parcellizzazione delle attività produttive. “Le imprese campane sono a buon punto nella digitalizzazione – dice Fabrizio Luongo, presidente di SI IMPRESA, – ed a questo ha contribuito anche la Camera di commercio di Napoli, con la presidenza Fiola, che ha investito molto in tal senso. Napoli si registra come provincia con una forte imprenditoria giovanile che può competere con il Nord. Abbiamo sul territorio provinciale 320mila imprese con circa 1 milione di dipendenti. Le nostre imprese chiudono con trend in attivo nonostante la crisi pandemica e la guerra. Dal 2021 al 2022 hanno chiuso 4mila aziende ma ne hanno aperte 5mila. Settori in espansione sono edilizia, turismo e food. Noi vogliamo aiutare le nuove aziende e capire perché ci sono state delle chiusure. A luglio – chiude Luongo – ci sarà un bando di 1,5 milioni di euro per sostenere, anche con contributo a fondo perduto, che investirà in digitalizzazione e macchinari innovativi attraverso il progetto Pid“.
L’importanza di guardare alla digitalizzazione è sottolineata anche da Felice Casucci, assessore al turismo della Regione Campania: “Stiamo lavorando per semplificare il lavoro delle aziende del comparto, sostenendo la realizzazione di un’apposita piattaforma ed il processo di digitalizzazione. Una sfida fondamentale in questo periodo post pandemia. In tal senso sono attivi anche gli assessori Marchiello e Fascione, rispettivamente con deleghe alle attività produttive ed all’innovazione”. La pandemia ha cambiato anche il modo di lavorare dei giornalisti e pure per le aziende editoriali la digitalizzazione è un fattore fondamentale per guardare al futuro.
“L’informazione ha avuto una vera e propria rivoluzione con la digitalizzazione – dice Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, – ed in rete ci sono tanti giornali. Il problema è capire come queste realtà possono reggere sul mercato e dare stipendi adeguati ai cronisti. Tecnologia e digitalizzazione hanno cambiato anche il lavoro delle tv locali rendendolo diverso e dinamico nel periodo pandemico attraverso collegamenti a distanza. La stampa ha un ruolo fondamentale nel raccontare la cronaca. Noi siamo sempre al fianco dei giornalisti minacciati con azioni concrete”.
Per Antonella Bianchino, dirigente dell’ufficio territoriale area Sud Istat, “la Campania e il Mezzogiorno, anche se un gradino inferiore rispetto al resto d’Italia, ha reagito bene al periodo pandemico cercando di investire in tecnologia ed ecommerce. Le imprese sono consapevoli dell’importanza della digitalizzazione”.
Presente al convegno “La digitalizzazione delle imprese nel Mezzogiorno”, che rientra nella formazione obbligatoria dei giornalisti, anche Fabio Rapiti, direttore centrale per le statistiche Istat: “L’aumento della digitalizzazione rafforza la produttività e non è vero che diminuisce il numero della forza lavoro. Non c’è questa correlazione. L’adozione della tecnologia va fatto coinvolgendo personale qualificato”.
M. Alt.