Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen

Le parole di Bruxelles e i conti di famiglie e imprese.

Oggi Ursula von der Leyen ha avvisato: «Ci stiamo preparando in caso di ritorsioni». «Dobbiamo essere indipendenti dal gas, dal petrolio e dal carbone russo» ha continuato dalla Romania, dove è in missione per seguire più da vicino la crisi ucraina, ma il presidente della Commissione europea ha mancato di spiegare le misure concrete che Bruxelles intende adoperare per prevenire il trend al rialzo del costo del gas e quindi dell’energia. In poche parole per difendere le famiglie e per le imprese europee da nuovi rincari.

Legati a doppio filo dai rifornimenti russi.

Ai rincari che diventerebbero inevitabili se Putin chiudesse i rubinetti dei rifornimenti la von der Leyen ha risposto con un vuoto rosario di buoni propositi. «Stiamo lavorando per diversificare le fonti di energia. Stiamo aumentando le nostre forniture di gas naturale liquefatto per assicurarci di averne abbastanza durante questa stagione; stiamo raddoppiando le energie rinnovabili, che sono la soluzione più intelligente e più pulita per creare l’indipendenza dalle fonti energetiche russe».

Ma i numeri dimostrano che occorre ben altro.

Lo dimostra un’indagine dell’Ufficio studi Confapi, la confederazione della piccola e media impresa. Il caro energia rischia di costare 25 miliardi al solo settore industriale italiano. Oltre il 40 per cento delle imprese oggetto di studio sta scontando un raddoppio del prezzo medio al consumo dell’elettricità rispetto al 2019. E la situazione non potrà che peggiorare quando i contratti di fornitura dovranno essere rinegoziati tra il secondo e il quarto trimestre dell’anno. Le attese, che attestano intorno ai 180€ ogni MegaWatt ora il prezzo della rinegoziazione portano l’incremento medio al 200 per cento sul 2019.

Il primo colpo a gennaio.

Una prima mazzata ai ricavi e ai bilanci familiari è arrivata a gennaio. Quando mediamente secondo i calcoli dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, la bolletta elettrica è aumentata del 55 per cento e quella del gas del 41,8 per cento. Se dovesse arrivare anche il colpo di coda del gigante russo, e l’Ue continuasse a tergiversare, il rischio di collasso del sistema si fa reale. Un eventuale rallentamento della produzione, abbinato a un generalizzato aumento dei prezzi, potrebbe portare l’Italia e altri paesi europei a una pericolosa e fase di stagflazione a tempo indeterminato.

La buona notizia del giorno.

Da Tarvisio, in provincia di Udine, valico italiano del gas russo arrivano tuttavia buone notizie. Il rifornimento affluisce regolare, ed è pari a 82 milioni di metri cubi nelle 24 ore. Lo «zar» non ha ancora azionato il chiavistello e regala ancora un po’ di tempo prezioso all’Europa.